Artogne – Scontro aperto tra il Consorzio Montecampione e l’Amministrazione comunale di Artogne (Brescia). Oggi il Consorzio e il presidente dei Commercianti della località turistica camuna hanno chiesto ufficialmente un incontro pubblico al sindaco Barbara Bonicelli e ribadito la loro contrarietà all’introduzione della Tari che potrebbe compromettere il rilancio di Montecampione.
Durante una conferenza, alla presenza di una cinquantina di persone, sono state svelate le conseguenze nefaste per Montecampione nel caso di applicazione della Tari da parte del Comune di Artogne. Marco Daminelli e Paolo Birnbaum, vicepresidente e presidente del Consorzio, e Stefano Iorio per Ski area e Associazione commercianti hanno illustrato la loro strategia ed evidenziato correlazioni con altre località del Piemonte (San Sicario e Cesana Torinese ndr.) che dopo anni di difficoltà si stanno rilanciando grazie alla collaborazione tra i Consorzi e gli enti pubblici. Il vicepresidente del Consorzio, Marco Daminelli, ha illustrato tutte le attività che vengono svolte con Valle Camonica Servizi, un servizio efficiente e una località che è sempre tenuta pulita. Servizi idrici (acquedotto, fognatura), pulizia strade, trasporti, depurazione, illuminazione sono stati gestiti nel miglior modo possibile dal Consorzio. Invece Stefano Iorio ha ricordato gli impegni presi e con l’applicazione della Tari potrebbe esserci uno stop nel piano di rilancio della località.
Il presidente del Consorzio Montecampione, Paolo Birnbaum, è passato all’attacco del primo cittadino: “E’ lei che ci deve ricevere non i funzionari, poi gli amministratori sono qui per gestire i problemi e hanno l’obbligo di incontrare persone e soggetti privati e pubblici e consorzi e individuare un percorso con loro, non rinviare il tutto ai funzionari“. Paolo Birnbaum ha dichiarato che ci sono più piani alternativi e che il Consorzio non chiuderà. “Noi – è stata la conclusione – chiediamo un incontro al sindaco, e siamo disponibili a un confronto aperto e a individuare un percorso comune“. No dunque a imposizioni dall’alto e a scelte che rischiano di compromettere il futuro della località turistica camuna.