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Mercoledì a Montecampione, parliamo di funghi con Dario Dogali – Agaricus campestris, Agaricus arvensis, Agaricus xanthodermus e Leucoagaricus leucothites

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Buongiorno a tutti, oggi vi parlerò di:

Agaricus campestris… ed alcune specie simili.

Con l’inizio della primavera è possibile l’incontro con alcuni buoni funghi commestibili, tra questi i cosiddetti “prataioli”, chiamati anche i “carbunì”. Funghi che crescono solitamente in gruppi numerosi, appartengono ad un Genere che comprende numerose specie di buona commestibilità e alcune altre tossiche, sovente con caratteri morfologici molto simili tra loro tanto da essere in molti casi, di non facile determinazione.

Uno di questi, commestibile di buona qualità e per questo abbastanza ricercato, è:

Agaricus campestris  L. : Fr.

Spore ellissoidali

Fungo piuttosto carnoso, di medie dimensioni caratterizzato da un cappello inizialmente emisferico – convesso, poi appianato, con cuticola brillante, sericea, di colore biancastro – rosato con fibrille spesso disposte concentricamente, tende poi con l’età a squamarsi e ad assumere una sfumatura brunastra. Le lamelle sono molto fitte, libere al gambo, di colore rosato già negli esemplari giovani, poi rosa intenso e fino a bruno-nerastro a maturità. Il gambo è pieno, sodo, solitamente un poco ingrossato centralmente e attenuato alla base, bianco, imbrunente a maturità, a volte con fibrille di colore bianco sporco più o meno evidenti. L’anello è membranoso, supero, piuttosto fragile, anch’esso bianco. La carne è abbastanza compatta, bianca, leggermente rosata – arrossante all’inserzione tra cappello e gambo e di sapore dolce, gradevole, come di nocciola, e odore è al pari grato. Cresce solitamente gregario in numerosi individui, spesso in cerchi e file, specialmente nei luoghi ricchi di materiale organico, nei giardini, parchi, pascoli, campi e prati, dall’estate all’autunno.

Agaricus campestris può essere confuso con altri Agarici commestibili tra i quali

Agaricus arvensis  Schaeff. : Fr.

Nome italiano: Prataiolo maggiore

Nome dialettale: “Cucù bianc”

Fungo di dimensioni medio – grandi, si presenta con il cappello di colore bianco che a maturazione varia da giallo – citrino all’ocra. Le lamelle sono fitte, inizialmente di colore biancastro poi grigio – rosa pallide, rosa – grigiastre e infine bruno – porpora nere. Il gambo è cilindrico, con base ingrossata, di colore bianco, si macchia di giallo alla manipolazione. L’anello è consistente, caratteristico per il disegno a forma di ruota dentata. La carne è soda, di colore bianco con sfumature ocra a maturità, rosata in prossimità delle lamelle o verso la base del gambo. L’odore è caratteristico e forte, di anice o di mandorle, il sapore è gradevole. Cresce nelle radure erbose dei boschi, nei parchi e giardini, nei pascoli; non molto frequente, dalla primavera all’autunno. Pur essendo un eccellente commestibile è un fungo che, da analisi chimiche, ha evidenziato una marcata presenza di metalli pesanti, in particolare cadmio (Cocchi et al., Petrini e Vescovi, 2002). Si consiglia pertanto di limitarne il consumo a poche volte l’anno.

Agaricus bitorquis (qui sotto) fungo piuttosto carnoso si distingue e caratterizza per avere l’anello doppio e la crescita in luoghi tra i più impensati, spesso ai margini delle strade dove cresce rompendo l’asfalto.

Le specie tossiche sono invece raggruppate nella sezione Xanthodermatei, funghi ingiallenti alla manipolazione, specialmente alla base del gambo e che emanano un odore caratteristico e distintivo d’inchiostro (fenolo). Le colorazioni del cappello possono essere identiche a quelle degli Agaricus commestibili.

Un carattere importante e comune a tutti gli Agaricus è il colore delle lamelle che da inizialmente bianco – pallide, con la maturità diventano grigiognole, poi rosate e infine bruno – porpora tabacco in riferimento al grado di maturazione delle spore. Per questo sono chiamati anche “carbunì” nella terminologia dialettale. Questo carattere è d’aiuto per il riconoscimento rispetto a Leucoagaricus leucothites (conosciuto anche come Lepiota naucina o “funsina” nella terminologia dialettale), fungo dalla commestibilità alquanto incerta e sospettato di causare intossicazioni di tipo gastroenterico. Esso si distingue per le lamelle che, anche a maturità, non assumono mai tonalità bruno – tabacco ma, da inizialmente bianche, virano poi solo debolmente al rosa-carnicino.

Pericoloso e d’estrema gravità sarebbe invece confondere i prataioli con alcune specie bianche di Amanita potenzialmente mortali, le quali differiscono principalmente per la presenza di una volva ben evidente alla base del gambo, un anello e lamelle sempre bianche e alle quali rimando ad un prossimo articolo. Si consiglia pertanto di prestare sempre estrema attenzione a cosa si raccoglie. Per alcune specie non commestibili e tossiche vedere le schede descrittive di seguito riportate.

Agaricus xanthodermus Genevier

Nome italiano: Prataiolo gialleggiante

Nome dialettale: Carbunì o Pradiroi

Fungo di dimensioni medio grandi, con cappello inizialmente emisferico-trapezioidale nei giovani carpofori, poi convesso e infine più o meno appianato e, a volte, anche ondulato nei soggetti maturi. L’orlo è sovente incurvato verso il basso e con presenza di evidenti residui del velo parziale. La cuticola è glabra, bianca, a volte più scura verso il centro (grigiastra in Agaricus xanthodermus var. griseus) raramente squamosa; al tatto si tinge rapidamente di giallo cromo o giallo limone, in modo temporaneo, in quanto dopo pochi minuti il viraggio scompare e la carne ritorna di colore bianco – grigiastro. Le lamelle sono piuttosto fitte, strette, libere al gambo, da bianche a rosa e infine  bruno cioccolato. Il tagliente è sterile. Il gambo è cilindrico e slanciato, sovente ricurvo, ingrossato alla base, punto dove il viraggio al giallo è più evidente. L’anello è ampio, consistente, supero e anch’esso ingiallente al tocco. La carne emana un caratteristico odore di inchiostro o di fenolo. Cresce preferibilmente nelle zone erbose, nei prati, ai margini delle strade e anche sotto alberi in boschi e parchi, dall’estate e fino all’autunno inoltrato. È un fungo Tossico e provoca disturbi gastrointestinali, come tutte le specie appartenenti allo stesso gruppo (anche se risulta da alcuni tollerato).

Leucoagaricus leucothites (Vittadini) Wasser

[= Lepiota naucina (Fries) Kummer]

Nome italiano (volgare): Bubbola buona, Prataiolo bianco

Nome dialettale: Culumbine

Fungo di dimensioni medie, piuttosto carnoso, ha il cappello inizialmente emisferico – campanulato, tendente poi ad appiattirsi, con evidente umbone ottuso; la cuticola è liscia, farinoso – granulosa, ornata, a volte, da qualche piccola squamula, specialmente verso il margine, colore variabile da biancastro – crema fino a bruno – nocciola – grigiastro. Margine debordante, talvolta con resti appendicolati bianchi, residui del velo. Le lamelle sono sottili, piuttosto fitte, libere al gambo, da bianche a rosato – carnicino più o meno intenso con l’invecchiamento. Il gambo è pieno, poi cavo, cilindrico, sovente ingrossato alla base, liscio nella parte alta, di colore biancastro – crema e con la presenza di un anello membranoso, spesso caduco, al pari biancastro. La carne è soda, consistente, poi tenera nel cappello, fibrosa nel gambo, bianca, con sapore dolce e con odore grato, fungino.

Cresce gregaria nei prati, negli orti, nei giardini, al limitare dei boschi, specialmente in estate/autunno.

Note: Gli Agaricus tossici hanno caratteristico odore di inchiostro o fenolo, ciò è determinante al fine di distinguerli dagli Agaricus commestibili che invece hanno odori gradevoli, tra cui di anice o di mandorle.

Conclusione:

Solo la conoscenza delle specie raccolte preserva da gravi rischi alla nostra salute.

Mercoledì 20-2-2019 vi parlerò di finferli e finferle, i Cantharellus cibarius e specie simili, tutti buoni commestibili.

Arrivederci e buon fine settimana a tutti, vi saluto cordialmente,

Dario Dogali


Qui l’elenco dei funghi che sono stati argomento della rubrica da quando è nata (21/11/18).

AVVERTENZA : Indicazioni o considerazioni, riguardanti la commestibilità dei funghi trattati, non devono in alcun modo essere considerate informazioni sicure per la raccolta ed il consumo degli stessi. Pertanto ci si deve astenere dal consumare funghi solo sulla base di queste indicazioni o della presunta somiglianza con le fotografie pubblicate. Si declina pertanto qualsiasi responsabilità, sia penale che civile, derivante dalla inosservanza di questa avvertenza.

E’ buona cosa leggere sempre e comunque:

Informazioni generali

Glossario

Biografia di Dario Dogali

Nota bene: Il testo di colore ROSSO nelle pagine della rubrica sui funghi, indica pericolo e non commestibilità.

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