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Bresciaoggi – Artogne alla guerra dei servizi «Bisogna riaprire la stazione»

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Una volta c’era la «littorina», protagonista di un lungo pezzo di storia non solo del trasporto: il fischio della motrice annunciava l’arrivo del treno in ogni stazione. Tempi lontani; lontanissimi. Quasi tutti i paesi camuni, da Pisogne ad Edolo, avevano una banchina d’attesa con biglietteria annessa. Poi, il progresso economico e l’auto a portata di tutti, la necessità di collegamenti più veloci e infine l’avvento di internet hanno progressivamente portato alla soppressione di molte fermate lungo la linea della storica Snft (Società nazionale ferrovie e tranvie), oggi Ferrovie Nord, e alla chiusura degli sportelli per il pubblico. Con l’azzeramento della funzione è anche cambiata la destinazione d’uso delle stazioni, diventate spesso sede degli alpini e di altre associazioni. Alla soppressione era subentrata la fermata a chiamata, grazie alla quale ogni possibile utente poteva telefonare e chiedere che il treno di passaggio si fermasse per raccogliere o scaricare. È durata poco. Oggi gli utenti della linea camuna, viaggiatori estemporanei, pendolari, studenti o turisti che siano, possono sfruttare solo le stazioni principali. Ma potrebbe non essere finita qui. TRA QUELLE chiuse c’è quella di Artogne e Gianico, e l’amministrazione comunale guidata da Barbara Bonicelli intende farla riaprire. Lo fa lanciando una raccolta di firme: i cittadini sono invitati a sottoscrivere la petizione raggiungendo gli uffici comunali, oppure la cartoleria Ravelli o il negozio Erbavoglio. «La prima risposta è stata positiva, migliore del previsto – commenta il primo cittadino – e proseguiremo fino a Pasqua con la speranza che da Fnm arrivi un responso favorevole». La fermata di Artogne favorirebbe gli studenti alleggerendo l’afflusso sugli autobus, ma anche parecchi operai che lavorano nell’area industriale di via Fornaci e che sono costretti a usare l’auto per andare al lavoro. Senza contare Montecampione, con il treno della neve che potrebbe far tappa ad Artogne per poi consentire agli appassionati di raggiungere la stazione con una navetta. Infine c’è un interesse legato al turismo estivo, alle persone che vogliono scoprire col treno ambienti e sapori della montagna. «Firmate, firmate, firmate» è l’invito che parte dal municipio e che è rivolto non solamente ai residenti ma anche a tutti coloro che credono nel treno come alternativa all’automobile. Tra l’altro, in passato uno dei problemi legati alla stazione di Artogne e Gianico era la mancanza di parcheggio, ma da alcuni anni anche questo disagio è stato superato, visto che ne è stato realizzato uno proprio a fianco della linea ferrata.

Domenico Benzoni

Sorgente: Artogne alla guerra dei servizi «Bisogna riaprire la stazione» | Valcamonic…

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