La campionessa di Montecampione è morta l’8 febbraio, uccisa dal cancro, ripresentatosi in estate. Aveva solo 37 anni
Il coraggio non le è mai mancato: discesiste si nasce e non si diventa. Elena Fanchini è nata sugli sci, con papà Sandro, mamma Giusy, le inseparabili sorelle Nadia e Sabrina. Un’anima sola, un corpo unico. Lo saranno sempre. Anche adesso che Elena, la primogenita di casa, a 37 anni è volata via, strappata troppo presto agli affetti, alla vita e alle sue passioni da un male che era comparso nel gennaio 2018 ed è riapparso quest’estate. Lo ha combattuto in silenzio e con discrezione, ogni tentativo è stato fatto anche quando la situazione era apparsa disperata: erano i giorni in cui l’amica Sofia Goggia le dedicò l’ultima vittoria in Coppa del Mondo e tutti capirono che una nuova battaglia era in corso. Non c’è sconfitta per chi lotta contro il cancro, ogni malato è un guerriero che lotta con le forze che ha.
Elena era abituata a remare contro le avversità sin da giovane: lei e la sorella Nadia hanno sommato una dozzina di operazioni alle ginocchia, che non hanno impedito alla più grande delle Fanchini di vincere un clamoroso argento mondiale 18 anni fa a Bormio quando tutta Italia si innamorò del suo sorriso inconfondibile e genuino. Non si era accorta di quello che aveva fatto, fu solo l’inizio di una carriera che l’ha vista vincere due volte in Coppa del Mondo – Lake Louise 2005, la sua pista del cuore, e Cortina 2015 – a 10 anni di distanza, a riprova di un talento e di una tenacia rara in uno sport dove il ricambio generazionale sa essere spietato. Goggia (compagna di club al Rongai di Pisogne), Brignone e Bassino, queste ultime due fresche di medaglia d’oro mondiale a Meribel, sono cresciute ispirandosi alle due sorelle di Montecampione. Impossibile non affezionarsi a Elena e Nadia, che hanno sempre saputo farsi forza a vicenda: quando una cadeva, l’altra vinceva per lei. E quando Nadia e Sabrina sono diventate madri, lei è divenuta anche una zia sempre presente, l’approdo sicuro dei propri nipoti. Tutto lo sport azzurro è in lutto. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, fu tra i primissimi a chiamare la Fanchini quando si ruppe il piatto tibiale in Canada nell’autunno del 2018: aveva da poco ricevuto l’idoneità per riprendere a gareggiare dopo la neoplasia, ma il destino interruppe lì la sua carriera, anche se l’addio definitivo avvenne solo durante la pandemia quando lei e Nadia salutarono lo sci. Insieme, come sempre. Rimarranno insperabili (anche Sabrina è stata slalomista azzurra, ma si è ritirata prima delle sorelle) per i loro tanti tifosi. Chi avesse nostalgia di Elena, potrà rivedere le sue vittorie nei tanti video che circolano in rete: gli sportivi sono artisti, i loro quadri migliori restano. Come il sorriso, l’esempio, l’umiltà di una ragazza che è sempre rimasta se stessa. Ora sarà il dolore di ogni giorno, però, il grande avversario per tutta la sua famiglia. A loro va l’abbraccio più grande.
Luca Bertelli
Sorgente: Addio a Elena Fanchini, leonessa della neve- Corriere.it