I ♥ MONTECAMPIONE

Montecampion'è per sempre!

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03/04/2023Qualcosa si muove sul fronte dello sci a Montecampione, ma le notizie potenzialmente interessanti si sono mescolate alle criticità, sempre relativamente agli impianti di risalita della stazione e del percorso di messa in liquidazione di Ski area, durante l’incontro organizzato sabato dal Consorzio dei residenti. Iniziamo con qualche novità. Per la prossima stagione invernale, se il cielo e il clima lo permetteranno, ci sarà la speranza di tornare a inforcare gli sci. Il «merito» potrebbe essere della della società Plan 1800 srl, una new entry già Tecnocom immobiliare costituita appositamente, e recentemente, con un capitale sociale di 10mila euro, per sfruttare l’opportunità di affittare gli impianti che ha iniziato la propria attività nel novembre del 2019. La srl è attualmente partecipata da Val Palot impianti, da Monte Pora ed è guidata dall’amministratore unico Angelo Redaelli, già amministratore della citata Tecnocom, e questa realtà ha deciso di affittare un ramo d’azienda della Montecampione Ski area. Le seggiovie coinvolte sono quelle della parte alta del comprensorio: Campo scuola, Longarino, Secondino, Larice, Baite, Beccherie (non utilizzabile) e Gardena, con attrezzature e automezzi. La durata dell’affitto è fissata in 26 mesi per un canone complessivo di 130 mila euro. In caso di vendita della parte affittata, nella quale rientrano i tre impianti contemplati nel Patto territoriale per lo sviluppo strategico di Montecampione, la società avrà diritto di prelazione a parità di condizioni. E qui c’è già chi si fa una domanda: i fondi che la Regione ha messo a disposizione proprio per acquisire Beccherie, Secondino e Longarino che fine faranno? Proprio parlando di Patto territoriale si sono evidenziate le criticità. La sindaca di Artogne Barbara Bonicelli ha fatto sapere che quello stilato nel 2021 e approvato l’anno è un problema, perché «la situazione economica e giuridica degli impianti oggi è stravolta e l’ente pubblico da solo non ce la fa». In sintesi, l’invito fatto sabato da più parti a Montecampione è stato: «Bisogna rivedere il Pat». Un invito al quale l’avvocato Giuseppe Profeta, membro del Consiglio di amministrazione dei residenti, ha aggiunto: «Non c’è più tempo, Artogne ascolti le richieste del Consorzio riferite alla bozza di convenzione e se ne faccia carico». Per poter avere un ruolo più attivo nel rilancio della stazione turistica, proprio il Consorzio, attraverso i propri vertici, ha affermato di voler intervenire sul proprio Statuto aumentando la capacità di spesa del Cda oltre gli attuali 100 mila euro, poi si dovrà anche decidere il da farsi per il futuro. Nel corso dell’assemblea non è mancata neppure una parentesi legata alla sottolineatura della (anche qui) grave carenza di acqua e di una realtà fatta di rubinetti a secco. C’è anche il problema creato dal al fatto che le vasche di accumulo sono di proprietà di Ski area, e sullo sfondo c’è sempre l’annosa questione dell’Ato di Valcamonica. Domenico Benzoni Sorgente: Montecampione, altri scenari per lo sci | Bresciaoggi   [...] Leggi di più...
01/04/2023Una nuova società, di cui fa parte anche il gruppo Dattilo, è intenzionata a gestire gli impianti del plan, pagando un affitto alla Montecampione Ski Area e aiutarla a evitare il fallimento Sorgente: ARTOGNE – Montecampione: una nuova società per il Plan – TeleBoario [...] Leggi di più...
01/04/2023Una cosa è certa: un’altra stagione così Montecampione non può accettarla. E’ necessario reagire con tutti gli strumenti politici, giuridici, finanziari e con tanta buona volontà per far ripartire la stagione sciistica, senza la quale il comprensorio rischia una débacle totale. Lo hanno riconfermato Assemblea i consorziati di Montecampione, alla presenza delle amministrazioni comunali di Artogne e Piancamuno, del Presidente della società che ha rilevato i due alberghi e di tanti consorziati in rappresentanza delle proprietà immobiliari e delle attività economiche della stazione. Il Consorzio ha proposto un cronoprogramma di interventi giudicato da tutti coerente e condivisibile. Dal canto suo, la Montecampione srl, proprietaria dei due grandi alberghi a quota 1.200 e 1.800, ha comunicato la decisione di partecipare alla nuova società di gestione, che sarà in bonis, cioè solvibile, una volta risolto il passaggio della la new diligence, con l’investigazione e l’approfondimento di dati e di informazioni necessarie Sorgente: +Valli TV – GLI IMPIANTI DEVONO RIPARTIRE [...] Leggi di più...
01/04/2023All’Assemblea di Montecampione c’erano le due amministrazioni principali, Artogne e Piancamuno, c’erano tanti consorziati in una giornata di sabato fuori dai ponti tradizionali e le proposte, le idee, le discussioni hanno evidenziato l’unico obbiettivo di far ripartire subito la stazione sciistica dove il motto era, e deve rimanere “Montecamione: 4 stagioni per il tempo libero”. Da fare c’è ancora molto ed il percorso non è lineare: ma da più parti è stato dato atto che da una serie di percorsi intricati, ora sembra di intravvedere un doppio binario che progressivamente si restringe ad uno solo, per arrivare alla meta sullo stesso treno. Sorgente: +Valli TV – IL PUBBLICO C’E’ E FARA’ LA SUA PARTE [...] Leggi di più...
31/03/2023Patto territoriale con contributo a fondo perduto di Regione Lombardia, scelta strategica del rinnovo degli impianti partendo dalle quote più alte, realizzazione di un bacino per la riserva idrica del comprensorio e per l’innevamento sono i primi tre step, secondo la Sindaca di Artogne, che devono essere risolti per far ripartire Montecampione, senza perdere di vista l’intero comprensorio da quota 1.800 a quota 1.200. Un’ulteriore doccia fredda è arrivata con l’avviso in queste ore di messa all’asta di tre impianti: si tratta di un passaggio ulteriore che richiede ancora impegno, sforzi, tempi, perché il comprensorio, anche nella visione dell’Amministrazione di Artogne, deve essere visto globalmente. Un passo decisivo sarà poi quello della risoluzione del problema del sistema idrico integrato che oggi è promiscuo pubblico privato, servendo sia le utenze civili che la rete di innevamento. Il lavoro da fare è imponente e non è questo il tempo di continuare a interloquire con chat, pec, mail, social per dare risposte non definitive: chi è al lavoro sa bene quale è la strada che deve essere percorsa fino al traguardo finale, al quale il Comune di Artogne non vuol rinunciare per alcuna ragione. Sorgente: +Valli TV – MONTECAMPIONE DEVE RIPARTIRE SU NUOVE BASI   [...] Leggi di più...
19/03/2023Le poche gocce dei giorni scorsi non sono servite a nulla, e la scarsità di precipitazioni e di neve sui monti iniziano a creare preoccupazioni ad Artogne: basta guardare alla gestione degli acquedotti. Così come rimangono molti punti interrogativi sulla questione impianti di Montecampione. I due problemi hanno tenuto banco nell’ultima seduta consiliare di febbraio, convocata per approvare il bilancio di previsione e il piano triennale delle opere pubbliche. Per quanto riguarda la rete idrica, unitamente alla postazione di una voce di 250mila euro per tentare di far fronte alla prevedibile carenza d’acqua è finita al centro la questione dell’Ato. Col capogruppo di maggioranza che, nel far presente le lungaggini legate al riconoscimento dell’ambito camuno, ha pure espresso qualche perplessità sulla «capacità di gestione delle acque» da parte della società Servizi idrici di valle affermando che «la Siv è molto indietro rispetto ad Acque bresciane e non possiamo aspettare vent’anni», ha affermato Lino Ravelli. L’avvisaglia di un cambio di rotta? Di certo la siccità rischia di creare qualche problema non solo idrico. Passando a Montecampione e all’attuazione del Patto territoriale di sviluppo turistico, nel dibattito è emersa la complessità della situazione. Per acquisire le seggiovie il Comune non intende mettere sul piatto altri soldi oltre quelli assegnati per partecipare al contributo regionale. «I privati non possono starsene fuori – è stato dichiarato – il Comune ha fatto tutto quello che poteva, ora la palla passa ad altri». Come dire: i quasi 5 milioni e 700mila euro contemplati nel Patto territoriale in aggiunta ai 7.482.950 messi sul tavolo dalla Regione devono arrivare da qualche altra parte, non dall’ente pubblico. Da chi non è stato detto, ma bisognerà fare chiarezza, considerato che proprio nello schema del piano attuativo si precisa che «Artogne in qualità di soggetto attuatore, la Comunità montana come cofinanziatore e centrale unica di committenza, i Comuni di Darfo Boario, Gianico, Piancamuno e Rogno come soggetti sottoscrittori, si impegnano a sostenere gli oneri di cui ai piani finanziari riportati nelle schede di intervento». Schede che riguardano le seggiovie Beccherie, Secondino e Longarino. «La situazione è molto complessa e se non possiamo mettere a repentaglio l’ente pubblico – ha chiuso la sindaca Barbara Bonicelli -. Faremo di tutto per dar vita a un percorso di lunga prospettiva che possa tutelare tutti». Domenico Benzoni Sorgente: La spina di Montecampione «Mancano i fondi dei privati» | Bresciaoggi   [...] Leggi di più...
06/03/2023Una targa ricordo consegnata alla sorella Nadia e alla famiglia: «Lei aveva una forza incredibile» Un premio per Elena Fanchini. Il Premio Leonessa, appuntamento giunto alla 20esima edizione che celebra in occasione dell’8 marzo le sportive bresciane, si è trasformato quest’anno in un commosso ricordo della sciatrice di Montecampione, scomparsa l’8 febbrario scorso. All’interno dei vari riconoscimenti, toccante il ricordo della sorella Nadia: «Aveva una forza incredibile, non si è mai lamentata. Faccio fatica a parlarne ora, ma è giusto ricordare il suo esempio e la gran persona che era». Fabio Tonesi Sorgente: Il ricordo di Elena Fanchini al Premio Leonessa: «Un vero esempio» – Giornale di Brescia [...] Leggi di più...
03/03/2023Le tre strutture potranno essere vendute anche separatamente All’asta telematica le seggiovie Corniolo, Gardena e Baite di Montecampione Ski Area: i possibili acquirenti avranno tempo fino al 6 aprile per registrarsi nell’apposito portale e presentare la propria offerta per le tre strutture, vendibili anche separatamente per ottenere il maggior risultato economico possibile. Il valore assegnato alla Corniolo è di 400mila euro, che lievitano a 531.920 se si aggiungono Iva e oneri vari. Quello definito per la Gardena è di 120mila (che salgono a 159.576 con imposte e oneri), mentre per Le Baite, dai 90mila di valutazione si andrà a 119.682. La cauzione minima richiesta agli eventuali concorrenti è di 1000 euro. La vendita avviene nello stato di fatto in cui si trovano i beni, che saranno assegnati agli acquirenti solo dopo l’avvenuto e integrale pagamento. L’arrivo sul mercato dei tre impianti di risalita è il frutto di altrettante esecuzioni civili mobiliari decise dal giudice Marco Calli, che lo scorso 25 gennaio ha accolto le istanze di diversi gruppi di creditori che hanno chiesto il pignoramento dei beni della società a responsabilità limitata. Nel caso in cui la prima asta andasse deserta si passerà alla riduzione di un terzo del valore di stima iniziale. Si mette in conto che ci possa essere anche una terza gara, ma entro il termine finale di sei mesi. Nel frattempo il Consorzio Montecampione ha indetto per sabato 1° aprile in Piazzetta un’assemblea informativa avente come argomento l’attuale situazione generale, gli impianti di risalita e i rapporti tra le parti coinvolte. Linda Bressanelli Sorgente: All’asta i tre impianti di Montecampione | Radio Voce Camuna [...] Leggi di più...
03/03/2023Sorgente: La Valle Dei Segni su Instagram: “A Monte Campione ci si diverte in outdoor sulla neve! Ricorda che domani: Sabato 4 marzo alle ore 19:00, proprio da qui, parte la 6ª…”   [...] Leggi di più...
01/03/2023La sesta edizione della ciaspolata si terrà sabato 4 marzo Sarà dedicata a Elena Fanchini la sesta edizione Ciaspolando sotto il Muffetto, camminata non competitiva di 8 chilometri per chi sceglierà il percorso più lungo (o di 4 per il tragitto breve), facente parte del Winter tour Valle dei Segni e organizzata dalla Pro Loco Artogne e la Scuola sci di Montecampione e patrocinata dai Comuni di Artogne e Gianico e dalla Comunità montana. Sabato 4 marzo il pensiero di organizzatori e partecipanti, da quelle montagne che l’hanno vista crescere e sciare, sarà rivolto alla ex sciatrice recentemente scomparsa, con l’invito a partecipare alla donazione a favore dell’Associazione per la ricerca contro il cancro, della quale Elena era testimonial. La partenza della ciaspolata è prevista per le 19:00 da complesso residenziale Le Baite di Bassinale, dove c’è la statua dedicata a Marco Pantani. Le ciaspole si possono anche noleggiare. Il gruppo più numeroso verrà premiato. Per informazioni e prenotazioni basta collegarsi al sito www.prolocoartogne.it. Linda Bressanelli Sorgente: A Montecampione Ciaspolando sotto il Muffetto con un pensiero per Elena Fanchini | Radio Voce Camuna   [...] Leggi di più...
19/02/2023Aru ha appena conquistato Montecampione al Giro 2014: una vittoria per due Oscar Saturni era con lui ad Altea e lo ha visto andar via. E’ successo tutto troppo in fretta e di colpo Umberto non c’era più. Per questo ieri i suoi amici si sono raccolti per salutarlo con il necessario passo lento nella parrocchia di San Giovanni a Mozzo. Non è stato un bel giorno, ma il tempo passato ha permesso di lucidare i ricordi migliori. Tutti hanno rievocato quanta allegria e umanità abbia portato nelle loro vite quel brav’uomo di Inselvini, che ti arricchiva semplicemente guardandoti negli occhi e salutandoti con le stesse mani che hanno carezzato e massaggiato i muscoli dei campioni. Il massaggiatore è fisioterapista e psicologo: con la sua esperienza, Umberto riassumeva il meglio di entrambi gli aspetti. Era il riferimento dei colleghi, il fratello maggiore. Una brava persona. Un filosofo. Una persona seria. Persino un comico. Così lo hanno descritto i suoi colleghi e compagni di chilometri e giorni sulle strade del mondo. Telecronache spagnole Oscar Saturni racconta l’amico degli ultimi 12 anni. «Gli dicevi: “Umberto, andiamo a quella corsa, ti ricordi cosa successe l’ultima volta?”. E lui rispondeva: “Sì, io c’ero”. Lui era stato in tutte le parti, era cittadino del mondo. Scherzando diceva che veniva da un paesino de La Rioja, in Spagna: Cuzcurrito de Rio Tiron. Umberto di dove sei? “Di Cuzcurrito de Rio Tiron!”. Era sempre molto sorridente e contento e… era un fenomeno. Un uomo elegante». Umberto faceva le imitazioni delle radiocronache spagnole e se le sentivi restavi a bocca aperta, mentre ti piegavi dal ridere. «Io non riesco a dire tutte le parole – dice Saturni – ma lui era bravissimo. C’erano delle frasi sempre uguali, non so come le ricordasse. Ricordava anche la pubblicità delle pile Varta che facevano durante il Giro della Colombia. Oppure faceva la telecronaca finale degli ultimi metri di una corsa vinta da Alberto Volpi all’Alentejo. «C’era questa salita di 10 chilometri, un vento della miseria. Tre uomini in fuga. Mauleon della Once, Garmendia della Banesto, Volpi della Batik. Finché arrivano in cima e gli spagnoli provano a mettere in mezzo l’italiano. A lui quella telecronaca è rimasta in mente. E allora strillava, come il giornalista di Cadena Ser che faceva le telecronache per la radio spagnola (José Maria Garcia, ndr). “Mauleon, Garmendia. Mauleon, Garmendia. Mauleon, Garmendia. Mauleon, Garmendia. Mauleon, Garmendia… Volpi!!!”. Non voleva rifarla spesso, però ogni tanto lo convincevamo. «Ho conosciuto Umberto negli anni 90 – prosegue Saturni – ma gli ultimi 12 li abbiamo condivisi qui in Astana. Eravamo sempre insieme, una persona molto amica con cui potevo confrontarmi. Non c’è stato giorno in questi 10 anni che non ci siamo sentiti. Un messaggio, una chiamata o un commento sulla giornata. Umberto amava il suo lavoro e la sua famiglia, per me Umbi era questo. Un signore, capace di convivere in un mondo difficile come il nostro. L’unica cosa che lo preoccupava era il fatto che gli anni passassero troppo in fretta, si lamentava che stava diventando vecchio. Invece se ne è andato ancora giovane. Mi manca molto il mio amico, merita di essere ricordato bene…». Gli anni alla Carrera Erano sempre insieme e un po’ si somigliavano, in quel 1992 nella Carrera di Chiappucci e a breve di Pantani. Umberto e Stefano Del Cas. «Facevo lo sciatore – ricorda Stefano – per cui entrai nel 1991 a giornate, cercando di imparare il mestiere da Umberto e da Verzelletti. Poi dal 1992, ho iniziato fisso. Non sapevo molto del ciclismo professionistico, incontrare Umberto fu una fortuna. Una volta i vecchi massaggiatori erano gelosi del loro lavoro, quindi coi giovani erano molto avari. Non dico che sia stato come un papà, perché aveva solo 10 anni più di me, però mi ha aiutato tanto. La Carrera era uno squadrone. Un anno col Tour si arrivava sull’Alpe d’Huez, nel periodo in cui in Francia ti davano le macchine. «Quel giorno dovevamo fare il rifornimento e poi andare in cima per fare l’arrivo. C’era parecchia strada da fare, si correva. Solo che a un certo punto ci siamo ribaltati. La macchina si è girata ed è rimasta sul fianco. Siamo scesi e siamo riusciti a ribaltarla. Non so come, ma funzionava ancora. E così siamo ripartiti e siamo arrivati ai piedi dell’Alpe d’Huez, anche se non ci hanno fatto salire perché era tardi. Poi le nostre carriere si sono separate, ma tutte le volte che negli anni successivi ci incontravamo, commentavamo che quel giorno il Signore ci aveva messo una mano sulla testa…». «Quegli anni – prosegue Del Cas – ce li siamo portati dentro. Non è per parlar male del ciclismo di oggi, però una volta anche le squadre più grandi erano una famiglia. Adesso ti ritrovi con due italiani, un inglese, un tedesco, un francese, invece il nostro gruppo era tutto lì. Verzelletti e Umberto, poi c’era Archetti… Insomma, i gruppi erano più piccoli e alle corse c’erano sempre le stesse persone. Si creava un ambiente familiare, anche con Boifava, che era il grande capo. «Di solito quando viene a mancare qualcuno, è quasi una consuetudine dire che fosse una brava persona. Lui lo era davvero. A volte negli hotel c’è quello che si presenta e alza la voce se c’è qualche problema. Umberto invece è sempre stato molto professionale: i problemi ci sono, diceva, ma si possono risolvere restando tranquilli. Poi parlava benissimo 4-5 lingue, non aveva problemi a farsi capire». Nibali contro Aru Inselvini con Aru, Pallini con Nibali, anche quando fra i due non scorreva buon sangue. Ma i due massaggiatori continuavano nel lavoro. «Non abbiamo mai avuto rivalità legate a Nibali e Aru – dice Pallini – al massimo qualche battuta. Umberto era uno che vedeva il ciclismo, non il corridore. Nel senso che gli piaceva il ciclismo e non il singolo. Nel 2016 siamo stati alle Olimpiadi insieme e abbiamo collaborato bene, finimmo sul giornale perché ci ritrovammo a spazzare il box dell’Italia in cui non avevano finito i lavori. «Faceva battute e portava allegria, anche se era il classico comico dall’anima triste. Secondo me era malinconico, ma per sdrammatizzare utilizzava sempre queste battute, le freddure, le imitazioni del telecronista spagnolo. Oppure c’era il giochino che faceva con Martinelli, quando andavamo alle partenze. Umberto imitava gli americani che atterravano sulla luna. Insomma, sentendolo per radio, aveva tutto il suo effetto. Sembrava vero». «Umberto ripeteva sempre – prosegue Pallini – che lui aveva iniziato con Silvano Mazza alla Malvor-Bottecchia. E proprio al primo anno, Mazza gli aveva detto al Giro d’Italia sarebbero andati solo loro due. Quindi qualunque cosa fosse successa, sarebbe stata colpa dell’uno o dell’altro. Avrebbero dovuto sempre dividere per due. Questo poi è sempre stato un suo cavallo di battaglia. Nel ciclismo moderno, c’è la suddivisione dei ruoli e dei lavori da fare. Però poi alla fine, Umberto diceva sempre che se anche uno ha un ruolo o una mansione, sia gioie sia dolori vanno divisi. «Sono quasi sicuro che Umberto fosse più di quello che mostrava, però non voleva darlo a vedere. Quindi ogni volta che approfondiva un discorso, smorzava sempre il tono e lo riportava a temi più leggeri. Quasi per non sembrare troppo profondo. Solo una volta l’ho visto deluso. Non voglio fare nomi e polemiche in questi momenti, anche perché ne parlavo ieri con la moglie e non è una cosa di cui voleva parlare neppure lui. Nessuno parlava male di Umberto e Umberto non parlava male di nessuno. So però che in una situazione del suo percorso professionale, era rimasto male». La Divina Commedia Cerea era il massaggiatore di Bettini, lo è stato per una vita. Non ha mai lavorato nella stessa squadra di Inselvini, ma hanno diviso i giorni dei mondiali. «Hai presente quando dici una persona buona che incontri nella vita? Ecco, Umberto era sempre sorridente – racconta Cerea – aveva la battuta per tutti, il sorriso, la tranquillità. A Stoccarda, quando vincemmo il mondiale col “Betto”, c’era anche lui. Ti dava un senso di tranquillità, aveva sempre la battuta, il sorriso. Se avevi bisogno di qualcosa, non c’era nessun problema. Era fantastico con le lingue, un fenomeno. E poi era un uomo colto, questa cosa mi affascinava. Culturalmente era molto, ma molto avanti. Una sera a quei mondiali del 2007, eravamo tutti insieme e Alfredo Martini recitò cinque minuti della Divina Commedia. Umberto era accanto a me e la recitava a bassa voce insieme a lui. La sapeva parola per parola. «Umbi, come lo chiamavo io, era ancora uno alla vecchia maniera. Credeva che fossimo una famiglia, era uno di quelli che riconoscevi per l’amore verso il lavoro e la professionalità. E poi non l’ho mai sentito parlare male di qualcuno, come credo che nessuno abbia mai parlato male di lui. E anche se qualcuno gli ha mancato di rispetto, Umberto non ha mai detto una parola. Ha sempre avuto dignità, tranquillità e grande pacatezza». «Lo prendevo in giro quando non si tagliava da tanto i capelli – sorride Cerea – e allora glieli toccavo quasi per scaramanzia. Li aveva talmente folti e fitti, che sembravano un casco. Lui era nell’ambiente da molto più di me, però non è mai stato uno di quelli con la puzza sotto il naso. Salutava e chiedeva se avessi bisogno di qualcosa. Una volta il ghiaccio non era tanto facile da trovare e se non ti alzavi presto, non lo trovavi. E lui più di una volta si è offerto di dividere il suo, dicendo che ne aveva preso di più. «Erano anni in cui ci si dava una mano. Si andava al rifornimento con le macchine tutti assieme – ricorda Pallini – non c’erano i GPS, era un’avventura quasi ogni giorno. Certe volte, se riconosceva un posto, iniziava a raccontartene la storia e andava a fondo in certi dettagli che non ti aspettavi. E lo diceva con una tranquillità che mi affascinava. E’ proprio vero, quando dici che il cielo si prende sempre le persone più buone. Ecco, lui secondo me è uno proprio una di queste persone e me lo immagino adesso con Alfredo Martini a recitare Dante uno davanti all’altro». Enzo Vicennati Altre immagini al link della sorgente: L’ultimo saluto a Umberto, un uomo elegante – bici.PRO   [...] Leggi di più...
15/02/2023Il giorno del dolore di mamma Tonina: “Sembriamo sempre vicini alla verità ma poi siamo frenati e non arriviamo in fondo” Il giorno della ricorrenza della morte di Marco Pantani, mamma Tonina lo ha vissuto nel suo dolore, fra la casa di famiglia e l’ospedale di Cesenatico, uscendo soltanto per la funzione religiosa celebrata ieri sera nella chiesa di San Giacomo affacciata sul porto canale e concedendosi poi un momento conviviale assieme ai tifosi giunti da diverse parti d’Italia. Tonina, cosa fa in questa ricorrenza così dolorosa? “Sono appena tornata dall’ospedale per fare delle lastre al torace, è un problema che mi porto dietro da 19 anni e devo tenermi sotto controllo; poi andrò a letto e mi recherò a messa e saluterò i tifosi prima di rincasare”. Le indagini alla Procura di Rimini sull’ipotesi di omicidio per il decesso del 14 febbraio 2004, volgono verso un finale che potrebbe essere lo stesso delle indagini precedenti. “Immagino che sarà così, perchè c’è tanta gente di mezzo in questa bruttissima faccenda ed è per questo che la verità non verrà fuori; ho fatto un ultimo tentativo con un avvocato di Rimini, per provare a far luce su quei punti oscuri, ma è veramente dura, c’è ancora un muro che non va giù, fatto di uomini e di interessi economici”. Secondo voi cosa è successo quel giorno al residence Le Rose di Rimini? “Qualcuno ha evidentemente alterato quanto realmente accaduto, perchè a nostro avviso Marco non era solo in quel residence. Non sono state fatte le indagini come invece si doveva e questo mi fa una gran rabbia, diversamente non si spiega perchè prima in un video non c’è sangue vicino al corpo di Marco e poi c’è, in alcune immagini c’è una pallina bianca contenente una sostanza e in altre no; in sostanza ci sono rilievi, video e fotografie molte anomale ed è per questo che io non mi sono mai arresa e voglio la verità”. Cosa le dà tante certezze? “Non sono una persona di legge, io non ho studiato, ma mi sono letta tutti i faldoni dei procedimenti giudiziari e vi giuro che chiunque capirebbe tutto, farebbe venir fuori i punti oscuri e le grosse contraddizioni”. In 19 anni quanto avete speso di avvocati? “Un milione e duecentomila euro, ma i soldi non sono niente, erano di Marco; la delusione che ci atterra è la speranza disillusa, perchè sembriamo sempre vicini ad alzare il coperchio per far emergere la verità, ma poi siamo frenati e non arriviamo mai in fondo”. I tifosi sono ancora con Marco e con voi familiari. “Questo ci dà una gran forza, i ragazzi sono veramente eccezionali. Anche ai recenti funerali di Elena Fanchini, la sciatrice morta a 37 anni, abbiamo ricordato che lei aveva dedicato la prima vittoria a Marco quando era morto da un anno. Noi 2 anni prima eravamo andati a Montecampione per l’inaugurazione della statua a lui intitolata. Al funerale di Elena quando sulla bara ho visto la maglia di Marco, sono dovuta scappare via dalla commozione; il mio Marchino lo ricordano tanti, mi fa piacere e mi fa anche andare avanti”. Giacomo Mascellani Sorgente: “Dopo 19 anni c’è un muro che non va giù”   [...] Leggi di più...
15/02/2023C’è un vero groviglio di necessità e interessi che preludono alla rinascita di Montecampione, ma forse qualcosa della ingarbugliata matassa si sta dipanando. Crisi di Montecampione Ski area, Patto territoriale di sviluppo turistico e ristrutturazione e rilancio degli alberghi sono i tre elementi che si intersecano. In particolare i primi due sono legati strettamente, con il terzo che può ricoprire un ruolo non secondario. E poi c’è il Consorzio dei residenti, che pure intende giocare questa partita. Iniziamo col dire che già c’è stato un primo approccio tra quest’ultimo e i commercianti. Un incontro per sondare l’umore di chi gestisce una attività nella stazione turistica e per capire se gli addetti ai lavori sono disposti a pagare per intero la quota di adesione al Consorzio. Quota che attualmente grava sui commercianti solo al 50%. L’associazione guidata da Maurizio Carrara ha risposto sì, ben sapendo che gli impianti in funzione non fanno altro che creare indotto anche per questa categoria. Già nell’ottobre del 2012 furono una quarantina i pubblici esercenti che insieme ad alcuni residenti misero per primi mano al portafoglio per sottoscrivere la nascita di Montecampione Ski area proprio per la gestione degli impianti di risalita. Oggi si torna a chiedere il loro apporto, al quale si dovrebbe affiancare anche quello del Consorzio. Quanto alla più volte citata Montecampione Ski area, per la società si è affacciato il «concordato di continuità aziendale»: prevede la prosecuzione dell’attività di impresa, ma con la cessione di alcuni impianti per ottenere liquidità necessaria ad assolvere agli obblighi debitori. Così, il registro generale delle esecuzioni dice che il prossimo 6 aprile andranno all’asta la seggiovia «Le Baite», ferma da decenni e valutata 90 mila euro; la «Preottone-Corniolo», una quadriposto ad ammorsamento automatico soggetta a revisione dal dicembre 2022 e con base di partenza da 400 mila euro; e la «Gardena», destinata ai più piccoli e lunga solo 350 metri, per 120 mila. Il lavorio istituzionale e le fibrillazioni di questi giorni sono proprio legati alla nascita della nuova realtà che andrà a prendersi gli impianti messi all’asta. Sono coinvolti nell’operazione gli enti locali, la società che sta ristrutturando l’albergo di quota 1.800 e il Consorzio residenti. Per iniziare bisogna mettere sul piatto almeno 610 mila euro. Un primo passo che guarda al futuro di Montecampione. Domenico Benzoni Sorgente: L’asta delle seggiovie: una prima via d’uscita | Bresciaoggi   [...] Leggi di più...
14/02/2023Diciannove anni dalla morte dell’indimenticabile campione del ciclismo. Il nostro ricordo, dedicato a Marco Pantani La memorabile vittoria di Marco Pantani a Montecampione, in quel Giro d’Italia del 1998 che lo vide trionfare Vittorie esconfitte. Cadute e rivincite. Gioie incredibili e dolori immensi. I pensieri, diceva Marco Pantani, pesano un bagaglio a mano. Da diciannove anni gli amanti del ciclismo portano un macigno sul cuore. Il vuoto lasciato il 14 febbraio 2003 in quella maledetta stanza d’albergo di Rimini non si è mai colmato e mai lo sarà. Il campione romagnolo, ultimo a riuscire nell’impresa della doppietta Giro d’Italia–Tour de France nel 1998, è diventato canzoni, film, opere d’arte. Ha ispirato soprannomi iconici come il “Pantadattilo” del grande Gianni Mura. il suo nome è scritto ancora sull’asfalto delle salite leggendarie. Quello stesso asfalto che lui piegava, incantando il pubblico come più nessuno è riuscito a fare. La storia dello scalatore più forte di sempre e la canzone che gli Stadio hanno scritto per lui: ricordando Marco Pantani, oggi su Politica Sette. E mi alzo sui pedali: la canzone dedicata dagli Stadio a Marco Pantani Io sono un campione questo lo so È solo questione di punti di vista In questo posto dove io sto Mi chiamano Marco, Marco il ciclista Ma è che alle volte si perde la strada Perché prima o poi ci son brutti momenti Non so neppure se ero un pirata Strappavo la vita col cuore e coi denti E se ho sbagliato non me ne son reso conto Ho preso le cose fin troppo sul serio Ho preso anche il fatto di aver ogni tanto Esagerato per sentirmi più vero E ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino Dopo un po’ prendevo il volo dal cancello del giardino E mio nonno mi aspettava senza dire una parola Perché io e la bicicletta siamo una cosa sola Mi rialzo sui pedali, ricomincio la fatica Poi abbraccio i miei gregari, passo in cima alla salita Perché quelli come noi hanno voglia di sognare E io dal passo del Pordoi chiudo gli occhi e vedo il mare E vedo te, e aspetto te Adesso mi sembra tutto distante La maglia rosa e quegli anni felici E il Giro d’Italia e poi il Tour de France Ed anche gli amici che non erano amici Poi di quel giorno ricordo soltanto Una stanza d’albergo ed un letto disfatto E sono sicuro di avere anche pianto Ma sono sparito in quell’attimo esatto E ora mi alzo sui pedali all’inizio dello strappo Mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo Perché in fondo una salita è una cosa anche normale Assomiglia un po’ alla vita, devi sempre un po’ lottare E mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia E mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa Ma quando scendo dal sellino sento la malinconia Un elefante magrolino che scriveva poesie Solo per te, solo per te Io sono un campione, questo lo so Un po’ come tutti aspetto il domani In questo posto dove io sto Chiedete di Marco, Marco Pantani Sorgente: Marco Pantani 19 anni senza il “Pirata”, lo scalatore più forte della storia: per chi ama il ciclismo San Valentino è un giorno triste   [...] Leggi di più...
14/02/2023Il 14 febbraio 2004 la morte di Marco Pantani lasciava gli amanti del ciclismo orfani dell’ultimo campione in grado di vincere nello stesso anno Giro d’Italia e Tour de France Dal 14 febbraio 2004 la ricorrenza di San Valentino non è più la stessa per tutti gli amanti del ciclismo. Nella notte di quel sabato, infatti, i notiziari televisivi lanciarono una notizia da cui nessun appassionato avrebbe mai voluto essere raggiunto: era morto Marco Pantani. In serata, il campione di Cesenatico era stato trovato morto nel residence Le Rose di Rimini. Il Pirata aveva appena trentaquattro anni. Non erano trascorsi neppure dodici mesi dagli ultimi scatti in salita della sua carriera nella 19ª frazione del Giro d’Italia 2003, la tappa da Canelli a Cascata del Toce. Le fitte nebbie della cronaca nera, che ancora avvolgono la tragica morte, non hanno, tuttavia, potuto intaccare il mito nel cuore degli affezionati della bicicletta. Marco Pantani, il mito del pirata Nonostante i natali sulla riviera di levante, il sangue romagnolo pulsava più forte laddove la terra si avvicina al cielo: sulle vette dei grandi giri. In salita Marco Pantani costruì imprese memorabili al Giro d’Italia e al Tour de France. Le tante immagini negli archivi della RAI continuano a restituire il mito anche alle nuove generazioni, a chi quel 14 febbraio 2004 – forse – nemmeno era nato. Il campione di Cesenatico fece innamorare tutti con la propria fantasia. La sfida di credere e realizzare l’impossibile apriva le strade gremite di tifosi al suo passaggio. La capacità di osare e di soffrire lo condussero a realizzare imprese irripetibili, a riportare Per tutti Marco Pantani è stato il Pirata. Un gesto iconico, gettare la bandana, preludeva a ogni attacco, quasi sempre in salita, talora in discesa. A diciannove anni dalla scomparsa, nella memoria degli appassionati del ciclismo sopravvive il ricordo di tante imprese. Su tutte, il record d’ascesa all’Alpe d’Huez e al Mont Ventoux e la doppietta Giro d’Italia e Tour de France nella stessa stagione. Marco Pantani, la doppietta Giro-Tour nel 1998 Chi ha voluto bene a Marco Pantani lo ricorda, in maglia rosa, il 4 giugno 1998, certificare il trionfo nella tappa di Montecampione, vincendo la strenua resistenza del campione russo Pavel Tonkov. Nella memoria, però, i colori della divisa della Mercatone Uno sono diventati una stessa cosa con quella maglia gialla ricevuta agli Champs Élysées da Felice Gimondi il 2 agosto dello stesso anno. Il campione di Cesenatico scrisse la storia il 27 luglio 1998 nella leggendaria 15ª frazione del Tour de France 1998 da Grenoble a Les Deux Alpes. Uno scatto del pirata fece il vuoto nel gruppo maglia gialla quando mancavano ancora quattromila metri al Gran premio della montagna posto in cima al Galibier. Dopo 47 km di fuga solitaria con quasi nove minuti di vantaggio accumulati su Jan Ullrich, il corridore italiano potè indossare il simbolo del primato per non svestirlo più. Dopo quasi un quarto di secolo, più nessuno è riuscito a ripetere la sensazionale impresa di vincere, nella stessa stagione, Giro d’Italia e Tour de France. Di Marco Pantani resta, appunto, il mito. Imprese, statistiche, distacchi aspettano di essere riscritti. Il ricordo rimarrà, invece, indelebile. È di nuovo il 14 febbraio e – come puntualmente accade da diciannove anni – un anelito d’amorosi sensi volerà in cielo dove il Pirata è finito dopo l’ultima fuga fatalmente solitaria. Matteo Parente Sorgente: Accadde oggi, 14 febbraio 2004: addio al pirata Marco Pantani – Footballnews24.it   [...] Leggi di più...
14/02/2023(biografineonline.org) Il grande campione del ciclismo italiano Marco Pantani nasce il 13 gennaio 1970 a Cesena. Vive a Cesenatico: esordisce come professionista il 5 agosto 1992 con la squadra “Carrera Tassoni”, con cui correrà fino al 1996. La prima vittoria arriva nel 1994, al Giro d’Italia, nella tappa di Merano. Lo stesso anno Marco Pantani vince anche la tappa dell’Aprica, e il suo nome comincia a farsi conoscere. Nel 1995 arriva la vittoria nella tappa di Flumsberg al Giro di Svizzera, ma sono le due tappe (Alpe D’Huez e Guzet Neige) al Tour de France a imporlo con forza all’attenzione del grande pubblico e dei media. Anzichè utilizzare il classico berrettino, Pantani corre con una bandana colorata sul capo: il mito del “Pirata” nasce lì, sulle salite del Tour. Nello stesso anno vince il bronzo ai Campionati del mondo di Duitama in Colombia, ma è in agguato il primo dramma della sua carriera: il terribile incidente alla Milano-Torino. Le circostanze lo costringono a lunghe cure e a saltare un’intera stagione. Torna nel 1997 e riprende le gare passando alla squadra Mercatone Uno. La sfortuna tuttavia sembra ancora perseguitarlo: una caduta al Giro d’Italia (25 Maggio, tappa di Cava dei Tirreni) lo costringe al ritiro. Si riprende in tempo per partecipare al Tour de France dove vince la tappa dell’Alpe D’Huez e di Morzine. Il 1998 è l’anno di una straordinaria impresa: Marco Pantani, indomabile in salita, vince il Giro d’Italia (si impone nelle tappe di Piancavallo e Montecampione) e subito dopo vince il Tour de France. In Francia vince le tappe di Plateau de Beille e Les Deux Alpes, prima di arrivare al Parco dei Principi, a Parigi, da trionfatore in maglia gialla. Con questa impresa Pantani entra a pieno merito nell’élite dei campionissimi che hanno vinto Giro e Tour nello stesso anno. Il 1999 comincia alla grande: Pantani sembra destinato a dominare ancora in Italia e all’estero. Al Giro si prende la maglia rosa e vince quattro tappe (Gran Sasso, Oropa, Pampeago, Madonna di Campiglio). Proprio sulle rampe della strada che sale da Pinzolo verso la località delle Dolomiti di Brenta se ne va solo, alla sua maniera, con uno scatto secco, per tutti irresistibile. Sarà l’ultimo vero, romantico, gesto atletico del vero Marco Pantani. Il mattino successivo alla trionfale vittoria di Madonna di Campiglio, Pantani viene fermato: un controllo anti-doping rivela che il suo ematocrito è troppo alto, fuori norma. Qui inizia il dramma personale dell’uomo Marco Pantani: l’atleta si proclama innocente, lascia la carovana del Giro che credeva già suo; la corsa riparte senza di lui. La determinazione dell’atleta Pantani si rivelerà pari alla fragilità dell’uomo. Pantani è completamente distrutto. Inizia una parabola discendente che vede Pantani incapace di frenare la propria discesa verso una crisi interiore. La fatica di ritrovarsi è insostenibile. L’inattività agonistica che va dal 5 giugno 1999 sino al 22 febbraio 2000 e dal 24 febbraio al 13 maggio 2001, sarà probabilmente la sua condanna. Tuttavia Marco non rinuncia: prova a reagire e a tornare come prima. Rientra per il Giro del Giubileo con partenza da Roma, ma non riesce a terminarlo. Partecipa anche al Tour e vince le tappe del Mont Ventoux, cima leggendaria, e di Courchevel. Poi ancora incertezze sul futuro. Dimostra di voler tornare a buoni livelli e chiude il suo ultimo Giro, nel 2003, al quattordicesimo posto, malgrado l’ennesima sfortuna di una brutta caduta. Non partecipa al Tour successivo e si ricovera in una clinica vicino Padova, a Giugno, per disintossicarsi e per curare le sue frequenti crisi depressive. Viene trovato morto il giorno 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini, nel quale da alcuni giorni si era trasferito;la causa: overdose di eroina. La Gazzetta dello Sport titolava in modo semplice e rispettoso: “Se n’è andato”. Il dramma dell’uomo e la sua tragica fine incontrano l’immenso cordoglio del mondo sportivo – e non solo – che unanimemente si trova d’accordo nel voler ricordare del grande campione le gesta sportive, le emozioni e l’orgoglio. Il 4 giugno 2005 è stata inaugurata in piazza Marconi a Cesenatico la statua in bronzo, a grandezza naturale, che ritrae il campione Marco Pantani mentre pedala in salita. A causa di una legge datata 1923 che non permette di intitolare monumenti a personaggi scomparsi da meno di 10 anni, la statua non riporta alcuna targa. Ma è certo che anche senza nome tutti riconosceranno nel fisico e nella determinazione di quel ciclista, l’indimenticato campione italiano. All’inizio del mese di agosto 2014 viene riaperta l’inchiesta sulla morte del Pirata: il campione romagnolo non si sarebbe suicidato, così la procura indaga per omicidio pur non essendovi alcun indiziato. Sorgente: Il 14 febbraio 2004 l’addio a Marco Pantani, il “Pirata” che ha conquistato tutti   [...] Leggi di più...
11/02/2023Una forza d’animo apparente nelle parole di mamma Giusi, che ha voluto ricordare e salutare così la sua Elena, questo sabato mattina, nella Parrocchiale San Giovanni Battista di Solato, frazione di Piancamuno, dove si sono celebrati i funerali della giovane 37enne scomparsa prematuramente mercoledì 8 febbraio dopo una dura lotta contro il cancro. Elena Fanchini era conosciuta da tutti come la campionessa di sci di Montecampione, dall’animo umile e solare, il grande orgoglio per il cuore bresciano. Un fiume di gente, oltre 1500 i presenti questo sabato alla cerimonia che è stata presieduta dal parroco Don Simone Caricari e concelebrati dai sacerdoti della zona. Ad unirsi attorno al dolore dei famigliari, di mamma Giusy, papà Sandro, delle sorelle Nadia e Sabrina e del marito Denis, anche la sua seconda famiglia, quella del mondo dello sci: le sue Lions, le discesiste storiche dello sci azzurro, il Comitato FISI Brescia, i rappresentanti della Fisi Nazionale con il vicepresidente nazionale Francesco Bettoni ed il Presidente del Comitato Alpi Centrali Franco Zecchini, ma anche gli storici sostenitori delle sorelle Fanchini, il “Fanchini Fan Club” e numerosi sci club. A darle l’ultimo saluto a fianco delle Forze dell’Ordine locali, anche una nutrita rappresentanza della Guardia di Finanza di cui Elena faceva parte, che l’hanno accolta con il picchetto d’onore poggiando il suo berretto da finanziera vicino alla bara avvolta dal tricolore, su cui era stato posato anche il pettorale numero 3 indossato nella discesa di Beaver Creek del 2013 nella quale conquistò il terzo posto. Tra i saluti alla campionessa, anche quello del Tenente Colonnello del gruppo sportivo Fiamme Gialle di cui lei faceva parte. Elena è stata tante cose: figlia, sorella maggiore, moglie, poi zia, una grande sportiva, una finanziera, ma soprattutto una guerriera che ha affrontato tutte le sfide della vita con grande forza di volontà ed il sorriso. Nel rispetto del dolore provato dall’intera Comunità, le Amministrazioni comunali di Piancamuno e Artogne hanno indetto per l’intero sabato il lutto cittadino. Presenti per l’addio a Elena i due primi cittadini di Artogne e Piancamuno, ma anche le istituzioni locali, provinciali e Regionali. L’intera cerimonia è stata pervasa da un silenzio composto, poi rotto dagli applausi nel momento dei ricordi e dai palloncini bianchi liberati in cielo al termine, per l’ultimo addio. Elena però ha lasciato il segno e continuerà a lasciarlo perché la sua famiglia, su suo desiderio, ha chiesto «non fiori, ma una donazione per l’Airc» per sostenere la ricerca sul cancro. La sorella Nadia ha infatti aperto una pagina sul sito dell’Airc in memoria di Elena che in una sola giornata ha raggiunto la soglia di 15 mila euro di donazioni seguite da numerosi messaggi sulla bacheca virtuale, tra cui quello della Campionessa Michelle Gisin “Mando a tutti tanta forza, in un momento così buio”. Sorgente: +Valli TV – L’ULTIMO SALUTO A ELENA FANCHINI   [...] Leggi di più...
11/02/2023L’8 febbraio, dopo una lunga battaglia contro un tumore, si è spenta a soli 37 anni la campionessa di sci Elena Fanchini . Oggi, a San Giovanni Battista a Solato , una piccola frazione di Pian Camuno in provincia di Brescia, si sono celebrati i funerali dell’ex sciatrice azzurra che ha combattuto a lungo contro la malattia . Una moltitudine di persone ha accompagnato il feretro di Elena: oltre a tanta gente comune e la famiglia, presenti il fan club delle sorelle Fanchini, le sue Fiamme Gialle e anche le sue Lions , le discesiste storiche dello sci azzurro, quelle che non sono impegnate nei Mondiali di Meribel. (Tuttosport) La notizia riportata su altre testate Ho anche chiesto che il tuo male lo passasse a me» (Corriere della Sera) Il destino ha voluto che i funerali di Elena Fanchini, venuta a mancare mercoledì sera all’età di 37 anni, si tenessero quasi in contemporanea con la gara di discesa libera ai Mondiali di Sci alpino sulla pista di Courchevel-Meribel. (Radio Voce Camuna) Stamattina si sono svolti i funerali della campionessa 37enne, morta di tumore alcuni giorni fa. Elena Fanchini, sotto un sole meraviglioso e incredibilmente caldo per febbraio, questa mattina ha inforcato gli sci, ha superato il cancelletto ed è partita per la sua ultima gara, quella in salita, che la condurrà verso il cielo. (IL GIORNO) Dal nostro inviato Paolo Marabini Le lacrime sono finite. Ne ha versate tante, giovedì. “Ho pianto tre ore, senza sosta – ha ammesso – e non mi era mai successo in vita mia, forse perché non avevo mai perso una persona a me così cara. (La Gazzetta dello Sport) L’ex sciatrice azzurra è morta a 37 anni per un tumore. Le parole della madre: “Ho pianto sotto le coperte per tante notti perché non volevo che mi sentissi”. (Fanpage) La Vallecamonica ha dato oggi l’ultimo saluto Elena Fanchini. Il migliore ritratto possibile della campionessa di Montecampione passa dalle parole commosse dei suoi famigliari. (TeleBoario) Sorgente: Funerale Elena Fanchini, la disperazione della madre: “Dovevi entrare qui da sposa” (xgca)   [...] Leggi di più...
11/02/2023L’ultimo saluto alla campionessa di sci 37enne morta mercoledì sera. Applausi e palloncini in cielo per renderle omaggio Un amore troppo grande per la piccola Solato. Duemila persone sono salite nella piccola frazione di Pian Camuno per l’ultimo saluto a Elena Fanchini, la campionessa di sci morta mercoledì sera a 37 anni dopo la battaglia contro il cancro. Tutta la comunità di Pian Camuno e Montecampione, ma anche sportivi, ex compagne di squadra e non solo si sono stretti intorno al marito Denis, a mamma Giusy e papà Sandro, alle sorelle Nadia e Sabrina per i funerali. Un silenzio composto ha accolto il feretro, giunto accompagnato da un corteo a piedi dalla casa di Elena, applausi scroscianti hanno poi rotto il silenzio nel momento dei ricordi, in chiesa, davanti alla bara avvolta dal tricolore e con un pettorale di partenza della camuna. Poi, all’uscita della piccola parrocchiale di san Giovanni Battista, palloncini liberati in cielo per l’ultimo addio. Fabio Tonesi Sorgente: Elena Fanchini, in duemila ai funerali di Solato per dirle addio – Giornale di Brescia [...] Leggi di più...
11/02/2023Una giovane campionessa di sci e amante dello sport è venuta a mancare, stroncata da una grave malattia che l’aveva colpita nel 2018. Un lutto che lascia senza parole.  Era stata aggredita da un grave tumore cinque anni fa, nel 2018, quando aveva 32 anni e si stava preparando per le Olimpiadi. Le cure sembravano aver sortito effetto. Ma il male si è poi ripresentato la scorsa estate, due anni dopo il ritiro dall’agonismo, e dopo mesi terribili non le ha purtroppo lasciato scampo. La Valcamonica ha perso nelle scorse ore una delle sue stelle più grandi luminose: la campionessa di sci Elena Fanchini. L’atleta, una ragazza bellissima, solare e piena di gioia di vivere, se ne è andata a soli 37 anni, lasciando senza parole familiari, colleghi, amici e un po’ tutti noi. Il lutto improvviso che ha sconvolto il mondo dello sport (e non solo) Elena Fanchini, nata e cresciuta a San Maurizio di Monteampione ma poi residente a Vissone di Piancamuno (Brescia), era sorella di Nadia e Sabrina, anche loro sciatrici di alto livello. Ed era un’affermata atleta olimpionica, con all’attivo decine di gare e vittorie. In particolare, ha trionfato nella coppa del mondo ben due volte: nel 2005 a Lake Luoise in Canada e poi a Cortina d’Ampezzo. La sciatrice di discesa libera aveva dato l’annuncio della malattia alla vigilia dei Giochi invernali di Pyeongchang nel 2018, ai quali aveva dovuto rinunciare proprio a causa del tumore al colon che l’aveva aggredita. In carriera ha vinto anche un argento mondiale in discesa nel 2005 a Bormio. A gennaio Sofia Goggia le aveva dedicato al vittoria in discesa a Cortina: “Eli è per te”, aveva detto l’olimpionica. E lei le aveva risposto: “Quel pettorale rosso mi ha regalato un sorriso”. lena Fanchini era diventata testimonial dell’Airc e aveva reso la sua testimonianza in occasione della giornata delle arance del 2021: “Come sportiva ho sempre tenuto un corretto stile di vita – aveva spiegato -. Niente fumo né alcol, tanta attività fisica e un’alimentazione bilanciata in cui abbondano frutta e verdura. Ho scoperto che il mio tumore è di origine genetica, eppure nella mia famiglia non ci sono mai stati casi di tumore, ma credo nell’importante ruolo della prevenzione”. Parole che ora sono come un pugno al cuore. Il tumore al colon è purtroppo uno dei più diffusi in Italia, con 50mila nuove diagnosi ogni anno. Un’équipe di ricerca dell’Università di Bologna ha scoperto che in Europa c’è stato un aumento nei morti per cancro al colon-retto dell’11,9% a causa della pandemia di Coronavirus Sars-CoV-2. La diffusione del Covid ha infatti causato ritardi negli screening salva-vita, riducendo il tasso delle diagnosi precoci della neoplasia, con conseguenze letali. Enrico Del Sero Sorgente: Grave lutto nel mondo dello sport italiano: muore a soli 37 anni   [...] Leggi di più...
11/02/2023Winter Tour Valle dei Segni Sabato 4 marzo si svolgerà la VI edizione di Ciaspolando sotto il Muffetto, la ciaspolata in notturna al Plan di Montecampione ad Artogne. Partenza prevista alle ore 19.00 dal complesso Le Baite 1800: il percorso si snoda su due tracciati non competitivi di circa 4 km e 8 km con un dislivello che varia tra 100 e 250 metri. Lungo i percorsi ci saranno punti ristoro e all’arrivo è previsto il buffet. In allegato il programma completo. Per info e iscrizioni: sul sito della pro Loco di Artogne è consultabile il regolamento. Il programma completo del circuito di ciaspolate e raduni di sci d’alpinismo sulle montagne della Valle Camonica è disponibile qui: Winter Tour Valle dei Segni  Sorgente: Ciaspolando sotto il Muffetto 2023 a Montecampione da 04/03/2023 al 04/03/2023   [...] Leggi di più...
10/02/2023Conoscere Elena Fanchini, come persona e come atleta, per la Federazione Italiana Sport Invernali, è stato un privilegio. Perché la campionessa di Montecampione, al mondo dello sci ha dato tutta se stessa, e chi come la Fisi ha seguito con orgoglio ed emozione ogni sua impresa sportiva, condividendo con la persona, oltre che con l’atleta, gioie e sofferenze, vuole oggi, in questo momento di dolore, di esprimere il proprio ringraziamento ad Elena Fanchini, per tutto quello che ha dato al mondo dello sport, allo sci, alla Federazione, per l’esempio che ha saputo dare, restando sempre umile e legata alle sue origini e alla sua Valle Camonica, per tutti i sorrisi che ha saputo regalare, anche nei momenti più bui, quando dopo una caduta trovava la forza di rialzarsi, quando dopo aver sconfitto un tumore per la prima volta, si è ritrovata di nuovo a combatterlo, con la forza e il coraggio che solo una campionessa, nello sport come nella vita, può avere. Elena Fanchini si è spenta all’età di 37 anni, nella sua casa di Solato di Piancamuno, circondata dall’affetto dei suoi famigliari a cui va in queste ore il cordoglio di tutta la grande famiglia della Fisi Alpi Centrali, che si aggiunge ai tanti messaggi di vicinanza che giungono dalla squadra femminile di Coppa dlel mondo di sci alpino, dalle big dello sci mondiale che hanno condiviso con Elena vittorie e sconfitte e che hanno tifato per lei durante la sua sfida più dura, quella contro la malattia. Nel frattempo la Valle Camonica si appresta ad ospitare amici, conoscenti e tifosi che giungeranno numerosi questo sabato mattina nella piccola frazione di Solato dove alle 10.30 sono in programma i funerali. I Comuni di Piancamuno e Artogne hanno proclamato il lutto cittadino e l’amministrazione di Piancamuno ha messo a disposizione un servizio di bus navetta dal parcheggio in zona industriale e in via provinciale, per tutti coloro che vorranno stringersi attorno alla mamma Giusi, a papà Sandro, alle sorelle Nadia e Sabrina e ai famigliari. Sorgente: +Valli TV – LA FISI: “UN PRIVILEGIO CONOSCERE ELENA FANCHINI”   [...] Leggi di più...
10/02/2023Una carriera lunga 23 anni e ricca di successi: tutto ebbe inizio il 16 gennaio 1994 sulla pista Fodestal di Montecampione. Quel giorno Elena Fanchini affrontò la sua prima gara praticamente sulla porta di casa, dove concluse seconda dietro la sorella Nadia. Elena era al secondo anno della categoria baby, Nikky al primo. Dovette attendere il 6 febbraio per festeggiare la sua prima vittoria. Poi una sequela di successi e podi. Quando gareggiava insieme a Nadia divideva le prime 2 posizioni che spesso si invertivano, mentre quando era da solo non sapeva fare altro che vincere. Prima di debuttare nella categoria giovani ha conquistato numerosi titoli provinciali e regionali. Il primo podio tricolore lo ha ottenuto nel febbraio 1998 a Limone Piemonte dove giunse seconda nel superG ragazze. L’anno dopo a Sappada il primo oro nello slalom allieve. Poi il clamoroso tris a Ravascletto 2000 dove vinse slalom, supergigante e gigante allieve. A Colere si affermò nella discesa libera giovani. Prima di debuttare tra le grandi si affermò nel Trofeo Topolino nel 1998 sul Monte Bondone dove fece suoi i due giganti nazionali e internazionali. In aprile disputò la finalissima della più prestigiosa rassegna giovanile a Whistler Mountain in Canada dove conquistò un oro e un argento nel gigante e un altro primo posto tra i pali. Fu primattrice naturalmente anche al Pinocchio sugli sci dove primeggiò all’Abetone nel 1997. Quindi il settebello tricolore negli assoluti di discesa libera a Colere 2005, Santa Caterina Valfurva 2007, Passo San Pellegrino Falcade 2010, Pila 2011, Roccaraso 2012, Sella Nevea 2015 e 2016. Nel 2006 a Santa Caterina Valfurva 2006 chiuse seconda, mentre l’anno dopo nella stessa località giunse seconda in supercombinata. A Bardonecchia 2008 si classificò sempre seconda nelle 2 gare veloci. Nella categoria maggiore ha disputato tre Olimpiadi a Torino 2006, Vancouver 2010, Sochi 2014. Il miglior risultato; il 12° posto nella libera di Sochi. Sei le partecipazioni ai Mondiali: Santa Caterina Valfurva 2005, Are 2007, Garmisch Partenkirchen 2011, Schladming 2013, Vail Beaver Creek 2015, Saint Moritz 2017. Brilla l’argento di Santa Caterina Valfurva 2005. A Schladming 2013 è stata nona in libera e quinta in quella valida per la supercombinata. All’ultima apparizione ha chiuso al 15° posto in libera. In Coppa del Mondo ha debuttato il 6 gennaio 2005 a Santa Caterina Valfurva dove è stata al 17° posto: risultato replicato il giorno dopo. Dopo 173 presenze ha chiuso 39ª a Val d’Isere il 17 dicembre 2017, pochi giorni prima che si ammalasse con il pass per le Olimpiadi coreane in tasca. Nel Circo Bianco ha vinto due volte: a Lake Louise il 2 dicembre 2005 e il 16 gennaio 2015 a Cortina d’Ampezzo. Il 29 novembre 2013 e il 5 dicembre dello stesso anno ha concluso in terza posizione a Beaver Creek e Lake Louise. In Coppa del Mondo ha gareggiato in 12 Paesi: Italia, Stati Uniti, Canada, Francia, Austria, Svizzera, Svezia, Norvegia, Germania, Russia, Bulgaria, Andorra, per un totale di 27 località. Lake Louise è il posto che l’ha vista più protagonista: 35 volte. A Cortina d’Ampezzo le sue presenze sono 29 e non è un caso che abbia vinto le 2 gare di Coppa in Canada e nella Perla delle Dolomiti. Angiolino Massolini Sorgente: A Montecampione i suoi primi trionfi | Bresciaoggi   [...] Leggi di più...
10/02/2023Le tre sorelle Fanchini unite da un legame indissolubile. Sabrina, la più giovane, ricorda così Elena: “Noi tre saremo insieme per sempre”. Erica Calissi Sorgente: Sorelle Fanchini, un legame indissolubile – TeleBoario   [...] Leggi di più...
10/02/2023PROCLAMAZIONE LUTTO CITTADINO PER SABATO 11/02/2023 PER ELENA FANCHINI Prot. N. 11>56 Artogne li, 10.02.2023 Oggetto:  ORDINANZA N. 05/2023 IL SINDACO PREMESSO che il giorno 08 febbraio 2023 è purtroppo venuta a mancare agli affetti di familiari, amici e della comunità tutta la stimata concittadina Elena Fanchini; DATO ATTO che la cerimonia funebre avrà luogo Sabato 11 febbraio 2023 alle ore 10:30 a Solato presso la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista; RITENUTO di interpretare il sentimento dell’intera comunità, profondamente colpita da questa drammatica notizia, e che ha manifestato unanime desiderio di partecipazione al dolore dei familiari di Elena; RITENUTO pertanto doveroso proclamare il lutto cittadino in segno di cordoglio, vicinanza e riflessione; VISTO il Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267/2000 e s.m.i.; ORDINA La proclamazione del lutto cittadino per il giorno sabato 11 febbraio 2023, giorno nel quale si svolgeranno le esequie di Elena Fanchini. L’esposizione delle bandiere a lutto negli edifici comunali e negli altri uffici pubblici. INVITA I titolari di attività commerciali e di pubblici esercizi ad evitare di porre in essere comportamenti che contrastino con lo spirito del lutto La cittadinanza tutta a tenere comportamenti ed evitare iniziative che contrastino con il carattere luttuoso della cerimonia e del decoro urbano   La presente ordinanza è trasmessa alla Prefettura di Brescia ed alla Stazione Carabinieri di Artogne. E’ fatto obbligo a chiunque spetti, osservare e/o far osservare la presente Ordinanza.   Sorgente: ORDINANZA 5/2023 – PROCLAMAZIONE LUTTO CITTADINO PER SABATO 11/02/2023 | Comune di Artogne   [...] Leggi di più...
10/02/2023Lutto cittadino per Elena Fanchini Si avvisa la cittadinanza che è stato proclamato per domani 11.02.2023 il lutto cittadino per le esequie della cara Elena Fanchini, azzurra di sci, prematuramente scomparsa L’Amministrazione comunale mette a disposizione un servizio di bus navetta per consentire la partecipazione al rito funebre che avrà luogo nella piccola frazione di Solato. Sono stati individuati due luoghi di parcheggio da dove partirà il servizio di bus navetta e più precisamente: – parcheggio in zona industriale (Planet Kart) – parcheggio in Via Provinciale (adiacente al supermercato Migross). I bus navetta saranno disponibili presso i due parcheggi sopra indicati a partire dalle ore 8:30 e svolgeranno il servizio di andata e ritorno con passaggio anche da Piazza Verdi. Per chi proviene da Montecampione e da Vissone sarà possibile parcheggiare presso il campo sportivo di Solato. Il gruppo comunale di Protezione Civile coadiuverà le operazione fornendo le indicazioni a chi proviene dalla superstrada SS.42. Sorgente: Proclamazione lutto cittadino e organizzazione servizio bus navetta per partecipazione alle esequie | Comune di Pian Camuno   [...] Leggi di più...
10/02/2023A disposizione i bus navetta per raggiungere Solato Le amministrazioni comunali di Piancamuno e di Artogne, nell’interpretare il sentimento dell’intera comunità – profondamente colpita dalla morte della sciatrice di Montecampione Elena Fanchini, e che ha manifestato unanime desiderio di partecipazione al dolore dei familiari – hanno proclamato per sabato, giorno dei funerali, il lutto cittadino. I sindaci Ramazzini e Bonicelli ordinano inoltre l’esposizione delle bandiere a lutto negli edifici comunali e negli altri uffici pubblici, e invitano i titolari di attività commerciali e di pubblici esercizi ad evitare di porre in essere comportamenti che contrastino con lo spirito del lutto cittadino. Inoltre gli enti metteranno a disposizione un servizio di bus navetta per consentire la partecipazione al rito funebre, che avrà luogo nella chiesa di Solato, in modo da non intasare le vie della piccola frazione. Sono stati individuati due luoghi di parcheggio da dove partirà il servizio di bus navetta: il parcheggio in zona industriale e il parcheggio in Via Provinciale a Piancamuno. I funerali si terranno alle 10:30, pertanto i bus saranno in loco a partire dalle 8:30 e svolgeranno il servizio di andata e ritorno, con passaggio anche da Piazza Verdi. Per chi proviene da Montecampione e da Vissone sarà possibile parcheggiare presso il campo sportivo di Solato. Le esequie della campionessa di sci saranno trasmesse in diretta dall’emittente locale Teleboario sul canale 81. Linda Bressanelli Sorgente: Lutto cittadino ad Artogne e Piancamuno nel giorno dei funerali di Elena Fanchini | Radio Voce Camuna   [...] Leggi di più...
09/02/2023Appuntamento, come per tutte le due settimane della rassegna iridata di Courchevel Méribel, questa sera dalle ore 19.00 in diretta sul sito, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di NEVEITALIA. Nel salotto condotto da Alessandro Genuzio, partiremo dal ricordo della campionessa azzurra scomparsa nelle scorse ore. La quarta puntata in versione Mondiale di “Ghiaccio Verde”, in diretta su NEVEITALIA con il nostro Paolo De Chiesa, per rivivere quanto successo oggi sulle nevi francesi, partendo però dall’omaggio, doveroso, ad una dolce stella del nostro sci che ci ha lasciati, visto che la morte di Elena Fanchini ha lasciato tutti con un vuoto enorme per quanto, anche a livello umano, la campionessa di Montecampione ha trasmesso nei suoi tanti anni nel circo bianco. La gara iridata di giornata, della quale analizzeremo ogni dettaglio tecnico, è il super-g maschile che parla canadese con il colpaccio di James Crawford, capace di battere per un solo centesimo Kilde, mentre i grandi delusi sono Odermatt e Kriechmayr, fuori dal podio che si è preso ancora uno splendido Pinturault. E gli azzurri? Malino, e un gran peccato per la prova di Paris, caduto fortunatamente senza troppi danni, pensando già alla discesa. Vi aspettiamo, dalle ore 19.00, con la possibilità per gli appassionati di rivolgere domande in diretta: potrete seguire la puntata su neveitalia.it, sulla nostra pagina Facebook, sui canali YouTube e Twitch. Sorgente: ‘Ghiaccio Verde’ con Paolo De Chiesa per rendere omaggio a Elena Fanchini e parlare del super-g mondiale   [...] Leggi di più...
09/02/2023Si è spenta ieri sera nella sua casa a Pian Camuno Elena Fanchini. Aveva solo 37 anni, e combatteva contro la malattia dal 2018. A piangerla, il marito Denis e tutta la famiglia insieme all’intera valle Camonica. Sorgente: Elena, la leonessa cresciuta a Montecampione – TeleBoario   [...] Leggi di più...
09/02/2023La campionessa è deceduta, dopo una lunga lotta con un tumore, nella sua casa a Solato, in provincia di Brescia Il nostro paese perde una campionessa che ha contribuito a scrivere una pagina indelebile della disciplina. “Sono arrivata a questa decisione con molta sofferenza, avrei voluto concludere diversamente la mia carriera. Sono consapevole che, fisicamente e mentalmente, non posso tornare a gareggiare in Coppa del Mondo. Mi mancherà tantissimo lo sci e tutto il suo contorno. Ringrazio la mia famiglia, la Federazione, le Fiamme Gialle, gli sponsor e i miei meravigliosi tifosi. Vi abbraccio!”. Così l’atleta azzurra annunciava, assieme alla sorella Nadia, il ritiro all’attività agonistica, il 22 aprile 2020. Prima di tre sorelle (seguita da Nadia e Sabrina), tutte protagoniste della storia recente dello sci alpino italiano, Elena aveva già affrontato un tumore nel 2017, uscendone vincente, ma sfortunatamente la scorsa estate si è presentata una ricaduta e le sue condizioni sono peggiorate. Tra i maggiori traguardi del suo palmarès ricordiamo un argento nella discesa libera a Bormio/Santa Caterina Valfurva 2005, un argento nella discesa libera ed un bronzo nel supergigante, entrambi a Bardonecchia 2005, oltre al primo posto nelle coppe del mondo di Lake Louise 2005 e Cortina d’Ampezzo 2015. La Fanchini, originaria di Montecampione d’Artogne, ha cominciato a partecipare a gare FIS dal 2001. Il 2003 la vede presente nella nazionale italiana, conquistando il suo primo podio (medaglia di bronzo) il 19 dicembre dello stesso anno, nella discesa libera presso Ponte di Legno/Passo del Tonale. Dopo un intervento chirurgico per una lesione al ginocchio, esordisce nella Coppa del Mondo di Santa Caterina Valfurva, specialità discesa libera. Seguono diverse partecipazioni ai Giochi Olimpici Invernali ed ai campionati mondiali, fino al 12 gennaio 2018. Alla vigilia dei XXIII Giochi olimpici invernali di Pyeongchang, infatti, annuncia di dover “essere costretta a fermarmi” per curarsi da un tumore. Una caduta durante gli allenamenti per il supergigante di Killington le causa un brutto infortunio (frattura di un dito della mano, trauma distorsivo-contusivo al ginocchio sinistro e frattura del perone prossimale) e la costringe a rinunciare anche alla Coppa del Mondo per la stagione 2018-2019. Nessuno avrebbe immaginato che, purtroppo, il supergigante della Coppa del Mondo a Val-d’Isère (17 dicembre 2017) sarebbe stata l’ultima gara della sua carriera. Gli scorsi giorni, dopo il trionfo nella prima tappa della Coppa del Mondo di sci, la sua amica e collega-campionessa Sofia Goggia le aveva dedicato il successo: “Elli è per te, voglio dedicare la vittoria a Elena Fanchini che sta attraversando un momento delicato”. “Quel pettorale rosso mi ha regalato un sorriso” aveva prontamente replicato la Fanchini. Si è unito al cordoglio, anche a nome dell’intero movimento sportivo, Giovanni Malagò, presidente del Coni. Enrico Bessolo Sorgente: Elena Franchini, stroncata da un tumore all’età di 37 anni | News – SardegnaLive   [...] Leggi di più...

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