04/05/202310-11 giugno e 24-25 giugno 2023 – 4 Giornate full-day (30 ore) 9:00-17:00
Corso di formazione dedicato a chi vuole approcciare in maniera più esaustiva e tecnica questa disciplina della montagna. Gli argomenti trattati nelle 4 giornate saranno:
1° giorno: Introduzione al corso, abbigliamento, attrezzatura e calzature, allenamento, alimentazione, organizzare la cassetta di primo soccorso – lettura e interpretazione carta topografica – esercitazione di topografia e lettura carta 2° giorno: lettura e interpretazione carta topografica – progettazione di un’escursione con carta topografica – uso di carta e bussola – escursione di orientamento strumentale 3° giorno: Tecniche di camminata sui vari terreni – prevenzione dei pericoli – soccorsi e chiamate di emergenza 4° giorno: esame finale Esame scritto, escursione su sentiero (test)
Le giornate saranno divise in due parti: una parte in aula e una parte in ambiente (escursione). Ci sarà un esame finale per i partecipanti con rilascio di diploma, due gadget e due tessere sconto valide presso uno dei seguenti negozi di montagna Faletti Mountainstore di Darfo Boario Terme (BS) e Sherpa Mountain Store di Ronco Briantino (MB)
Il corso è aperto a tutti i maggiorenni con un prezzo calmierato da Verticalmonte Consorzio Montecampione di 60€ (15€ a giornata) + costo del manuale (tra 10€ e 20€) a seconda del numero degli iscritti. Ragazzi dai 14 anni in su accompagnati da almeno un genitore
Il corso sarà attivato con un minimo di 6 partecipanti e fino ad un massimo di 12
Iscrizioni e pagamento presso il Consorzio Montecampione 0364560188 [...]
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03/05/2023Dal canale Youtube Cycling Highlights
The 1998 Giro was the 81st edition of the Giro, one of cycling’s Grand Tours. The Giro began on May 16 with a brief 8 km (5 mi) prologue that navigated through the streets of the French city Nice. The race came to a close on June 7 with a mass-start stage that ended in the Italian city of Milan. Eighteen teams entered the race that was won by the Italian Marco Pantani of the Mercatone Uno–Bianchi team. Second and third were the Russian rider Pavel Tonkov and Italian Giuseppe Guerini. In the race’s other classifications, overall winner Marco Pantani also won the mountains classification, Mariano Piccoli of the Brescialat-Liquigas team won the points classification, and Saeco Macchine per Caffè rider Gian Matteo Fagnini won the intergiro classification. Mapei–Bricobi finished as the winners of the Trofeo Fast Team classification, ranking each of the eighteen teams contesting the race by lowest cumulative time. The other team classification, the Trofeo Super Team classification, where the teams’ riders are awarded points for placing within the top twenty in each stage and the points are then totaled for each team was won by Team Polti. #Cycling, #Sports, #doping 0:00–0:18 Intro 0:18–0:49 Prologue Zulle 0:49–1:10 Stage 1 Piccoli 1:10–1:54 Stage 2 Edo 1:54–2:17 Stage 3 Minali 2:17–3:00 Stage 4 Miceli 3:00–3:28 Stage 5 Cipollini 3:28–4:23 Stage 6 Zulle 4:23–4:41 Stage 7 Cipollini 4:41–4:59 Stage 8 Cipollini 4:59–5:15 Stage 9 Magnusson 5:15–5:29 Stage 10 Cipollini 5:29–6:10 Stage 11 Noe 6:10–6:44 Stage 12 Roux 6:44–7:42 Stage 13 Bartoli 7:42–9:02 Stage 14 Pantani Piancavallo 9:02–10:16 Stage 15 Zulle ITT Trieste 10:16–11:00 Stage 16 Fontanelli 11:00–13:56 Stage 17 Guerini and Pantani Selva 13:56–15:54 Stage 18 Tonkov Alpe di Pampeago 15:54–18:34 Stage 19 Pantani Montecampione 18:34–19:10 Stage 20 Fagnini 19:10–22:23 Stage 21 Honchar Pantani ITT Lugano 22:23–23:29 Stage 22 Fagnini, Podium
Sorgente: HOW STARTS AND ENDS GIRO 1998 – YouTube
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30/04/2023Oggi sarebbe stato il compleanno di Elena Fanchini. L’azzurra di Montecampione, che si è spenta lo scorso 8 febbraio, riposa da 5 giorni nel cimitero di Vissone.
Sorgente: MONTECAMPIONE – Elena Fanchini, una ricorrenza triste – TeleBoario
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30/04/2023Il Pat è il Patto territoriale per lo sviluppo strategico di Montecampione: presentato da Artogne nel giugno del 2021, approvato dalla Giunta Regionale ad aprile del 2022, sottoscritto ufficialmente dagli enti pubblici coinvolti tre mesi dopo, ora da più parti lo si ritiene sorpassato. Cominciamo col dire che la sua redazione fu il frutto di una concertazione tra l’allora presidente di Montecampione Ski Area ed il Comune di Artogne. Stefano Iorio e Barbara Bonicelli convennero che alcuni impianti di risalita della parte alta del comprensorio sciistico di Montecampione – le seggiovie Plan-Dosso Beccherie, Secondino-Splaza e Longarino-Splaza – dovevano passare nelle mani del pubblico al fine di essere poi sostituite. Perché proprio queste? La prima, chiusa dal 2014, necessitava della revisione generale; per la messa in esercizio della seconda serve una revisione speciale; per la terza è stata presentata istanza proroga di vita tecnica. In attesa che i dettami del Patto si concretizzassero, di mezzo s’è inserita la messa in liquidazione di Montecampione Ski Area con l’affitto di sei linee di risalita alla società Plan 1800, e tra queste anche le tre contemplate dal Patto per lo sviluppo strategico. Se ci si aggiunge lo stralcio, causa lievitazione dei prezzi, del laghetto di Bassinale che faceva parte dell’Accordo quadro per lo sviluppo turistico di Montecampione datato 2018, il puzzle ha un ulteriore tassello.
A seguito di questi sommovimenti, da più parti si auspica quindi che il Patto territoriale venga rivisto. Per farlo è però necessario che l’ente capofila o i soggetti sottoscrittori predispongano una nuova proposta, approvato poi dal Comitato di Patto; modifiche che a stare all’accordo «non devono comportare la rivisitazione dell’intero contenuto o delle finalità per le quali è stato promosso». Il Comune di Artogne quale capofila dell’operazione, si sta interrogando sulle possibili modifiche, ma senza che venga meno il coinvolgimento della parte alta del comprensorio. Considerato che la situazione economica e giuridica degli impianti già in capo a Ski Area è cambiata, in un recente incontro con la Plan 1800 srl il tema Patto territoriale è stato affrontato; con attenzione puntata anche sulla seggiovia Corniolo, non rientrata nell’affitto del ramo d’azienda sottoscritto tra Msa e Pan 1800. Per questo impianto la spesa di revisione richiederebbe circa 500.000 euro.
Sorgente: Il patto per lo sviluppo cerca un’altra strada | Bresciaoggi
Il sindaco di Artogne «Contenuti da rivedere»
A proposito della necessità di rivedere il Patto territoriale per lo sviluppo di Montecampione, il sindaco di Artogne commenta: «Da tempo stiamo valutando in che modo poter acquisire al demanio gli impianti, condizione d’obbligo per intervenire con risorse pubbliche – spiega Barbara Bonicelli – si sta cercando una soluzione con la parte privata, la Plan 1800 srl, in attesa della decisione del giudice sulle sorti di Ski Area». Quest’ultima società ha tempo fino al 20 maggio per depositare la sua proposta di concordato preventivo, oppure la domanda di omologazione degli accordi di ristrutturazione del debito. Termine prorogabile fino a 60 giorni». Nell’attesa, la prima cittadina fa presente che il Patto territoriale «andrà necessariamente rivisitato a seguito dell’adeguamento del quadro economico, e non è esclusa la possibilità di ricercare al suo interno risorse per la creazione del bacino idrico».
Secondo l’amministrazione comunale di Artogne la messa in sicurezza del carosello in quota, la meno onerosa e la più soggetta a nevicate certe, potrà fare da premessa «a progetti che comprendano l’intero comprensorio. Per noi è strategica la seggiovia del Corniolo oggi fuori dal Pat» conclude la Bonicelli.
Domenico Benzoni
Sorgente: Il sindaco di Artogne «Contenuti da rivedere» | Bresciaoggi [...]
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30/04/2023PIAMBORNO
Per permettere lo svolgimento della Fiera dei Fiori, fino al 1° maggio via Nazionale è chiusa al traffico. Il paese si può attraversare tramite le vie secondarie, come indicato dalla segnaletica sul posto.
PIAN CAMUNO
In occasione del test di allenamento automobilistico non competitivo sulla strada per Montecampione, il Comune impone il 1° maggio dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 18:00 il divieto di transito e di sosta in via Provinciale (nel tratto con via Gemelli all’intersezione con via Crocette); via Gemelli (dall’intersezioni con via Provinciale all’intersezione con via don Stefano Gelmi); via don S. Gelmi (dall’intersezione con via Valeriana all’intersezione con via degli Alpini); via degli Alpini, via Massoletti, via S. Pietro e via Fane (fino al civico 17).
Fino al 5 maggio, tutti i giorni dalle 08:00 alle 17:00 (fine settimana esclusi), divieto di transito in via Case Greche, dall’incrocio con via Mazzoletti al civico 27 al civico 53, per lavori della linea elettrica interrata.
Per consentire il primo stralcio di lavori di ristrutturazione della farmacia comunale, il Comune ordina il divieto di sosta nell’area adibita a parcheggio pubblico in Piazza Giuseppe Verdi di fronte al civico 8 fino a fine lavori.
CETO
Fino al 3 maggio, tutti i giorni dalle 08:00 alle 17:00 esclusi fine settimana e festivi, la strada della Valpaghera dalla località Faet al bivio per Scalassone è chiusa per rifacimento dei muri di sostegno.
OSSIMO
Per consentire le opere di messa in sicurezza dopo due smottamenti, il Comune impone fino al 15 maggio la chiusura della strada intercomunale Ossimo-Lozio, in località “Feit”, nei tratti interessati dalla caduta massi.
MARONE
Per consentire lavori di E-Distribuzione, il Comune ordina fino al 19 maggio, tutti i giorni dalle 08:00 alle 17:00 (esclusi i fine settimana), il divieto di transito e di sosta in via Madonna della Rota, fino alla località Piane.
CEDEGOLO
Anas ordina fino al 26 maggio, tutte le notti dalle 22:00 alle 06:00, la chiusura della galleria “Giovanni Paolo II”, dal km 98+250 (svincolo Sellero/Cedegolo) al km 104+800 (rotonda a Forno Allione di Berzo Demo) per lavori di manutenzione straordinaria degli impianti di videosorveglianza, ad eccezione dei giorni festivi e delle notti di sabato su domenica e domenica su lunedì e tra il 22 ed il 26 aprile.
MONNO
Per consentire lavori di manutenzione della pavimentazione stradale, fino al 28 luglio la strada agro-silvo pastorale Castelletto-Caretto-Ponte Palu è chiusa al transito.
CIMBERGO
A causa del crollo del muro di sostegno, il Comune ha ordinato la chiusura di via Crusure fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
INCUDINE
Fino a fine lavori, senso unico alternato regolato da semaforo attivo tutti i giorni all’ingresso del paese per consentire le opere di realizzazione della nuova rotonda e del ponte sul torrente Val Morana.
BORNO
Fino al 31 ottobre, tutti i giorni dalle 08:00 alle 18:00, il Comune impone la chiusura al traffico veicolare della strada “Ogne-Lazzaretti-Plai”, per realizzare opere pubbliche.
SULZANO
A causa del crollo di una porzione del muro di contenimento, è stato istituito il senso unico alternato sul tratto di ex Strada Provinciale 510, in località Fontane.
A seguito dello spostamento del mercato settimanale, il Comune ordina fino a fine lavori il divieto di sosta in Piazza Unità, nelle aree destinate al parcheggio dei residenti ed a pagamento, ogni martedì dalle 06:30 alle 14:00.
ANGOLO TERME
Per consentire lavori sulla rete idrica, il Comune ordina fino a fine lavori il senso unico alternato, dal parcheggio adiacente la chiesetta degli alpini fino all’incrocio con via San Silvestro.
A causa del cedimento della strada in seguito al maltempo, fino a nuova comunicazione chiusura del tratto di via Lorenzetti che collega il capoluogo alla frazione di Terzano e senso unico alternato con semaforo in viale Terme con velocità massima di 20 km/h e possibilità di chiusura in caso di maltempo.
CEVO
Per consentire lavori di allargamento della sede stradale, il Comune impone tutti i giorni, dalle 07:30 alle 18:00, il divieto di transito in via SS. Nazaro e Celso.
PISOGNE
A causa della caduta di alcuni massi, il Comune ha disposto il transito solo a senso unico alternato della strada di collegamento tra Govine e Toline.
BERZO DEMO
Il Comune, per consentire lavori di bonifica forestale, impone il divieto di transito sulla strada agro-silvo pastorale di “Palam-Palè-Fastas-Andovaia”, fino alla fine delle opere, esclusi il sabato e festivi.
ANGOLO TERME
Per permettere lavori urgenti di riparazione della rete idrica, il Comune ordina la chiusura al transito della strada che da Paline di Borno porta alla località Prave, fino a fine lavori.
A causa del cedimento della strada in seguito al maltempo, fino a nuova comunicazione chiusura del tratto di via Lorenzetti che collega il capoluogo alla frazione di Terzano e senso unico alternato con semaforo in viale Terme con velocità massima di 20 km/h e possibilità di chiusura in caso di maltempo.
CORTENO GOLGI
Fino a fine lavori (della durata di circa due mesi) il Comune impone la chiusura al transito veicolare e pedonale alle strade di accesso alle Valli Brandet e Campovecchio (Acque), per consentire il completamento delle opere di difesa sul tratto di torrente Brandet a monte dell’abitato di S. Antonio.
PONTAGNA DI TEMU’
Fino a fine lavori, il Comune chiude i tratti di via Nazionale (sotto l’asilo) e di via Tollarini, per consentire i lavori di sistemazione e rifacimento della pavimentazione in porfido.
SALE MARASINO
Fino a fine lavori di sistemazione della pavimentazione, è interrotto il tratto di strada di via Mazzini compreso tra Piazza Marinai d’Italia e l’ingresso del Palazzo Municipale, con possibilità di raggiungere la stazione solo a piedi.
SONICO
Fino alla fine dei lavori, il Comune ordina la chiusura della strada agro-silvo pastorale dal tornante di Rampì fino allo Sbriser, per opere di bonifica forestale, tutti i giorni dalle 08:00 alle 12:00 e dalle 13:00 alle 18:00 ad eccezione dei fine settimana e dei festivi.
CHIUSURE PASSI
PASSO CROCEDOMINI
Dalle ore 17:00 del 3 novembre è stata predisposta la chiusura del Passo sui tre versanti (Vallecamonica, Val Trompia e Val Sabbia) lungo la SP BS 345 “delle Tre Valli”, dalla progr.va km 65+000 (località Passo Croce Domini) e la prog.va Km 66+600 (località Bazena), in territorio del Comune di Breno.
PASSO DEL MORTIROLO
A causa delle condizioni meteo avverse chiuso il transito al Passo del Mortirolo dal km 5,000 al km 18,700.
PASSO DEL VIVIONE
In vista del periodo invernale, dal 17 ottobre è stata imposta la chiusura del Passo, sulla Strada Statale 294 della Val di Scalve, nel tratto compreso tra il km 11+850 ed il km 24+500.
Linda Bressanelli
Sorgente: La viabilità in Vallecamonica | Radio Voce Camuna [...]
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27/04/2023L’appuntamento è per il 1° maggio
Tornano ad accendersi i motori, con la seconda manifestazione della stagione organizzata da Motori in Montagna: lunedì 1° maggio si correrà infatti la Pian Camuno-Montecampione, classica rievocazione della famosa salita, riproposta in versione test non competitivo (riservato ai tesserati del settore automobilistico del Centro Nazionale Sportivo Libertas) e ludico-amatoriale.
Sul percorso, in due differenti fasce orarie (dalle ore 09:00 alle 12:30 e dalle ore 14:30 alle 18:00) potranno correre le categorie di auto Rally, Prototipi, Stradali e Drift, con almeno quattro manches (due al mattino e due al pomeriggio) ed arrivo in zona ristorante Stube; il paddock, invece, si troverà in via Valeriana.
La corsa -a posti limitati, previa prenotazione- riserverà uno spazio particolare a Elena Fanchini, la campionessa di sci scomparsa nel febbraio scorso e che viveva a Solato, a circa metà del percorso: a lei, infatti, è stato dedicato un memorial, ideato e voluto da Luigino e Michael Tensi.
Paolo Sutera
Sorgente: Pian Camuno – Montecampione, si corre il 1° Memorial Elena Fanchini | Radio Voce Camuna
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27/04/2023Dal canale Youtube Nicola Spagnoli
PROGRAMMA Venerdì 02 Giugno 2023 07:00 – ritrovo presso campo sportivo di Vissone 09:30 – partenza (tempo massimo manifestazione 3,30h) A seguire premiazioni Il Percorso prevede una distanza di 11 Km circa con un dislivello di 700+ e 700- circa, altezza minima 650mt. quota massima 1147mt. Buona parte del percorso di svolge su sentieri nel bosco adiacente a Vissone/Montecampione, strade sterrate e una minima parte su strada.
Sorgente: VISSONE MOUNTAIN RACE – YouTube [...]
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15/04/2023Lunedì 1 maggio 2023
Pian Camuno (Bs)
Manifestazione automobilistica ludica non agonistica a strada chiusa. Test allenamento riservato tesserati C.N.S. Libertas
La manifestazione è aperta alle seguenti categorie di auto:
– Rally
– Prototipi
– Stradali
– Drift
Verranno effetuate almeno 4 manches (a discrezione del direttore di manifestazione)
ORARI:
dalle 09:00 alle 12:30
dalle 14:30 alle 18:00
RITROVO, RITIRO NUM. GARA E DOCUMENTI:
lunedì 1 maggio dalle ore 06:00 alle 08:30
presso Ristorante Pizzeria da Massi
in via Provinciale, 1 Pian Camuno (Bs)
Siamo qui (Apri Google Maps)
Iscrizione online
Sorgente: Piancamuno – Montecampione – Motori in Montagna
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12/04/2023Artogne sarà di nuovo al centro dell’attenzione del mondo agricolo e zootecnico con l’edizione della decima rassegna zootecnica in programma sabato 15 e domenica 16 aprile. La Proloco, come sempre molto attiva e attenta alle espressioni più genuine del territorio, ne aveva anticipato un assaggio la scorsa estate a Montecampione con una bella edizione della giornata in malga. Ora, ad Artogne, il programma sarà più articolato con il coinvolgimento dell’Istituto comprensivo Fratelli Rosselli ed il patrocinio del Comune e della Comunità Montana di Vallecamonica. Quella programmata per questo fine settimana è la decima edizione della Rassegna zootecnica alla quale saranno presenti molti giovani allevatori e imprenditori agricoli, sia nel prepararla che nella partecipazione ai due concorsi, quello bovino riservato alla razza bruna e quello caprino, riservato alla razza bionda dell’Adamello. A disposizione di tutti il punto ristoro e lo stand gastronomico, gestito dal gruppo alpini. Ci sarà anche l’esposizione di foto storiche, la gara di formaggi, la fattoria degli animali. Sabato e domenica l’apertura è dalle 8.
Sorgente: +Valli TV – ARTOGNE PUNTA SUI GIOVANI ALLEVATORI
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07/04/2023Piccolo tassello per l’area sciistica della bassa Valle, ma l’inverno appena trascorso è stato il peggiore
Il vecchio palazzetto dello sport di Montecampione passa di mano: nel pomeriggio di giovedì il Consorzio ha finalizzato l’atto di vendita dell’edificio al Comune di Pian Camuno. “La volontà di lavorare per il bene del territorio sta nella collaborazione tra i diversi enti. Dimostrazione di ciò è l’operazione appena conclusa” ha commentato il Consorzio Montecampione a operazioni concluse, ringraziando il Comune e il sindaco Giorgio Ramazzini per il percorso condiviso. Il Palasport, che si trova in via delle Villette, a pochi passi dal laghetto, risale agli anni ‘70 ed è inagibile da oltre un decennio, a causa del degrado di alcune travi portanti, delle murature e delle specchiature in legno. Il Consorzio residenti era divenuto il proprietario del Palazzetto dopo averlo acquisito dal fallimento di Alpiaz.
La somma impegnata per l’acquisto è di 25mila euro, con le spese di vendita a carico della parte venditrice. Per il suo recupero è stata redatta da uno studio ingegneristico milanese un’ipotesi di massima che punta sull’adattamento dell’edificio più che sulla sua totale demolizione e ricostruzione. Ora toccherà però all’amministrazione di Pian Camuno decidere la strada da seguire. A bilancio per il 2023 per il ripristino dello stabile, di superficie di circa 800 metri quadri, l’ente ha messo 850mila euro. La speranza è di poter accedere a contributi regionali.
Questo è solo un piccolo tassello per l’area sciistica della bassa Valle, ma l’inverno appena trascorso è stato il peggiore, con gli impianti chiusi e una Montecampione senza sciatori. La volontà da parte di tutti, amministrazioni di Artogne e Piancamuno e parti private, è quella di collaborare per trovare soluzioni concrete in vista della prossima stagione sciistica. Nel corso dell’assemblea del 1° aprile scorso organizzata dal Consorzio Residenti è emerso che Plan 1880 srl, di cui fa parte il gruppo Dattilo, è la nuova società intenzionata a gestire gli impianti del Plan, pagando un affitto alla Montecampione Ski Area e aiutarla a evitare il fallimento.
Da parte sua la società degli impianti di Montecampione si è impegnata a presentare in Tribunale a maggio un piano per pagare i propri debiti. Dall’altra si è discusso della necessità di rivedere il patto territoriale e delle possibilità di investimento dei fondi stanziati da Regione nel 2021. Gli interventi proposti, che ammontano a 13milioni di euro, prevedono la sostituzione degli impianti esistenti. Un’operazione che non servirebbe a nulla senza una gestione solida del comprensorio e delle piste.
Linda Bressanelli
Sorgente: Il vecchio palazzetto dello sport di Montecampione acquistato dal Comune di Piancamuno | Radio Voce Camuna
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03/04/2023Qualcosa si muove sul fronte dello sci a Montecampione, ma le notizie potenzialmente interessanti si sono mescolate alle criticità, sempre relativamente agli impianti di risalita della stazione e del percorso di messa in liquidazione di Ski area, durante l’incontro organizzato sabato dal Consorzio dei residenti. Iniziamo con qualche novità. Per la prossima stagione invernale, se il cielo e il clima lo permetteranno, ci sarà la speranza di tornare a inforcare gli sci. Il «merito» potrebbe essere della della società Plan 1800 srl, una new entry già Tecnocom immobiliare costituita appositamente, e recentemente, con un capitale sociale di 10mila euro, per sfruttare l’opportunità di affittare gli impianti che ha iniziato la propria attività nel novembre del 2019. La srl è attualmente partecipata da Val Palot impianti, da Monte Pora ed è guidata dall’amministratore unico Angelo Redaelli, già amministratore della citata Tecnocom, e questa realtà ha deciso di affittare un ramo d’azienda della Montecampione Ski area. Le seggiovie coinvolte sono quelle della parte alta del comprensorio: Campo scuola, Longarino, Secondino, Larice, Baite, Beccherie (non utilizzabile) e Gardena, con attrezzature e automezzi. La durata dell’affitto è fissata in 26 mesi per un canone complessivo di 130 mila euro. In caso di vendita della parte affittata, nella quale rientrano i tre impianti contemplati nel Patto territoriale per lo sviluppo strategico di Montecampione, la società avrà diritto di prelazione a parità di condizioni.
E qui c’è già chi si fa una domanda: i fondi che la Regione ha messo a disposizione proprio per acquisire Beccherie, Secondino e Longarino che fine faranno? Proprio parlando di Patto territoriale si sono evidenziate le criticità. La sindaca di Artogne Barbara Bonicelli ha fatto sapere che quello stilato nel 2021 e approvato l’anno è un problema, perché «la situazione economica e giuridica degli impianti oggi è stravolta e l’ente pubblico da solo non ce la fa». In sintesi, l’invito fatto sabato da più parti a Montecampione è stato: «Bisogna rivedere il Pat». Un invito al quale l’avvocato Giuseppe Profeta, membro del Consiglio di amministrazione dei residenti, ha aggiunto: «Non c’è più tempo, Artogne ascolti le richieste del Consorzio riferite alla bozza di convenzione e se ne faccia carico». Per poter avere un ruolo più attivo nel rilancio della stazione turistica, proprio il Consorzio, attraverso i propri vertici, ha affermato di voler intervenire sul proprio Statuto aumentando la capacità di spesa del Cda oltre gli attuali 100 mila euro, poi si dovrà anche decidere il da farsi per il futuro. Nel corso dell’assemblea non è mancata neppure una parentesi legata alla sottolineatura della (anche qui) grave carenza di acqua e di una realtà fatta di rubinetti a secco. C’è anche il problema creato dal al fatto che le vasche di accumulo sono di proprietà di Ski area, e sullo sfondo c’è sempre l’annosa questione dell’Ato di Valcamonica.
Domenico Benzoni
Sorgente: Montecampione, altri scenari per lo sci | Bresciaoggi
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01/04/2023Una nuova società, di cui fa parte anche il gruppo Dattilo, è intenzionata a gestire gli impianti del plan, pagando un affitto alla Montecampione Ski Area e aiutarla a evitare il fallimento
Sorgente: ARTOGNE – Montecampione: una nuova società per il Plan – TeleBoario [...]
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01/04/2023Una cosa è certa: un’altra stagione così Montecampione non può accettarla. E’ necessario reagire con tutti gli strumenti politici, giuridici, finanziari e con tanta buona volontà per far ripartire la stagione sciistica, senza la quale il comprensorio rischia una débacle totale. Lo hanno riconfermato Assemblea i consorziati di Montecampione, alla presenza delle amministrazioni comunali di Artogne e Piancamuno, del Presidente della società che ha rilevato i due alberghi e di tanti consorziati in rappresentanza delle proprietà immobiliari e delle attività economiche della stazione. Il Consorzio ha proposto un cronoprogramma di interventi giudicato da tutti coerente e condivisibile. Dal canto suo, la Montecampione srl, proprietaria dei due grandi alberghi a quota 1.200 e 1.800, ha comunicato la decisione di partecipare alla nuova società di gestione, che sarà in bonis, cioè solvibile, una volta risolto il passaggio della la new diligence, con l’investigazione e l’approfondimento di dati e di informazioni necessarie
Sorgente: +Valli TV – GLI IMPIANTI DEVONO RIPARTIRE [...]
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01/04/2023All’Assemblea di Montecampione c’erano le due amministrazioni principali, Artogne e Piancamuno, c’erano tanti consorziati in una giornata di sabato fuori dai ponti tradizionali e le proposte, le idee, le discussioni hanno evidenziato l’unico obbiettivo di far ripartire subito la stazione sciistica dove il motto era, e deve rimanere “Montecamione: 4 stagioni per il tempo libero”. Da fare c’è ancora molto ed il percorso non è lineare: ma da più parti è stato dato atto che da una serie di percorsi intricati, ora sembra di intravvedere un doppio binario che progressivamente si restringe ad uno solo, per arrivare alla meta sullo stesso treno.
Sorgente: +Valli TV – IL PUBBLICO C’E’ E FARA’ LA SUA PARTE [...]
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31/03/2023Patto territoriale con contributo a fondo perduto di Regione Lombardia, scelta strategica del rinnovo degli impianti partendo dalle quote più alte, realizzazione di un bacino per la riserva idrica del comprensorio e per l’innevamento sono i primi tre step, secondo la Sindaca di Artogne, che devono essere risolti per far ripartire Montecampione, senza perdere di vista l’intero comprensorio da quota 1.800 a quota 1.200. Un’ulteriore doccia fredda è arrivata con l’avviso in queste ore di messa all’asta di tre impianti: si tratta di un passaggio ulteriore che richiede ancora impegno, sforzi, tempi, perché il comprensorio, anche nella visione dell’Amministrazione di Artogne, deve essere visto globalmente. Un passo decisivo sarà poi quello della risoluzione del problema del sistema idrico integrato che oggi è promiscuo pubblico privato, servendo sia le utenze civili che la rete di innevamento. Il lavoro da fare è imponente e non è questo il tempo di continuare a interloquire con chat, pec, mail, social per dare risposte non definitive: chi è al lavoro sa bene quale è la strada che deve essere percorsa fino al traguardo finale, al quale il Comune di Artogne non vuol rinunciare per alcuna ragione.
Sorgente: +Valli TV – MONTECAMPIONE DEVE RIPARTIRE SU NUOVE BASI
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19/03/2023Le poche gocce dei giorni scorsi non sono servite a nulla, e la scarsità di precipitazioni e di neve sui monti iniziano a creare preoccupazioni ad Artogne: basta guardare alla gestione degli acquedotti. Così come rimangono molti punti interrogativi sulla questione impianti di Montecampione. I due problemi hanno tenuto banco nell’ultima seduta consiliare di febbraio, convocata per approvare il bilancio di previsione e il piano triennale delle opere pubbliche. Per quanto riguarda la rete idrica, unitamente alla postazione di una voce di 250mila euro per tentare di far fronte alla prevedibile carenza d’acqua è finita al centro la questione dell’Ato. Col capogruppo di maggioranza che, nel far presente le lungaggini legate al riconoscimento dell’ambito camuno, ha pure espresso qualche perplessità sulla «capacità di gestione delle acque» da parte della società Servizi idrici di valle affermando che «la Siv è molto indietro rispetto ad Acque bresciane e non possiamo aspettare vent’anni», ha affermato Lino Ravelli. L’avvisaglia di un cambio di rotta? Di certo la siccità rischia di creare qualche problema non solo idrico. Passando a Montecampione e all’attuazione del Patto territoriale di sviluppo turistico, nel dibattito è emersa la complessità della situazione.
Per acquisire le seggiovie il Comune non intende mettere sul piatto altri soldi oltre quelli assegnati per partecipare al contributo regionale. «I privati non possono starsene fuori – è stato dichiarato – il Comune ha fatto tutto quello che poteva, ora la palla passa ad altri». Come dire: i quasi 5 milioni e 700mila euro contemplati nel Patto territoriale in aggiunta ai 7.482.950 messi sul tavolo dalla Regione devono arrivare da qualche altra parte, non dall’ente pubblico. Da chi non è stato detto, ma bisognerà fare chiarezza, considerato che proprio nello schema del piano attuativo si precisa che «Artogne in qualità di soggetto attuatore, la Comunità montana come cofinanziatore e centrale unica di committenza, i Comuni di Darfo Boario, Gianico, Piancamuno e Rogno come soggetti sottoscrittori, si impegnano a sostenere gli oneri di cui ai piani finanziari riportati nelle schede di intervento». Schede che riguardano le seggiovie Beccherie, Secondino e Longarino. «La situazione è molto complessa e se non possiamo mettere a repentaglio l’ente pubblico – ha chiuso la sindaca Barbara Bonicelli -. Faremo di tutto per dar vita a un percorso di lunga prospettiva che possa tutelare tutti».
Domenico Benzoni
Sorgente: La spina di Montecampione «Mancano i fondi dei privati» | Bresciaoggi
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06/03/2023Una targa ricordo consegnata alla sorella Nadia e alla famiglia: «Lei aveva una forza incredibile»
Un premio per Elena Fanchini. Il Premio Leonessa, appuntamento giunto alla 20esima edizione che celebra in occasione dell’8 marzo le sportive bresciane, si è trasformato quest’anno in un commosso ricordo della sciatrice di Montecampione, scomparsa l’8 febbrario scorso.
All’interno dei vari riconoscimenti, toccante il ricordo della sorella Nadia: «Aveva una forza incredibile, non si è mai lamentata. Faccio fatica a parlarne ora, ma è giusto ricordare il suo esempio e la gran persona che era».
Fabio Tonesi
Sorgente: Il ricordo di Elena Fanchini al Premio Leonessa: «Un vero esempio» – Giornale di Brescia [...]
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03/03/2023Le tre strutture potranno essere vendute anche separatamente
All’asta telematica le seggiovie Corniolo, Gardena e Baite di Montecampione Ski Area: i possibili acquirenti avranno tempo fino al 6 aprile per registrarsi nell’apposito portale e presentare la propria offerta per le tre strutture, vendibili anche separatamente per ottenere il maggior risultato economico possibile.
Il valore assegnato alla Corniolo è di 400mila euro, che lievitano a 531.920 se si aggiungono Iva e oneri vari. Quello definito per la Gardena è di 120mila (che salgono a 159.576 con imposte e oneri), mentre per Le Baite, dai 90mila di valutazione si andrà a 119.682. La cauzione minima richiesta agli eventuali concorrenti è di 1000 euro. La vendita avviene nello stato di fatto in cui si trovano i beni, che saranno assegnati agli acquirenti solo dopo l’avvenuto e integrale pagamento.
L’arrivo sul mercato dei tre impianti di risalita è il frutto di altrettante esecuzioni civili mobiliari decise dal giudice Marco Calli, che lo scorso 25 gennaio ha accolto le istanze di diversi gruppi di creditori che hanno chiesto il pignoramento dei beni della società a responsabilità limitata. Nel caso in cui la prima asta andasse deserta si passerà alla riduzione di un terzo del valore di stima iniziale. Si mette in conto che ci possa essere anche una terza gara, ma entro il termine finale di sei mesi.
Nel frattempo il Consorzio Montecampione ha indetto per sabato 1° aprile in Piazzetta un’assemblea informativa avente come argomento l’attuale situazione generale, gli impianti di risalita e i rapporti tra le parti coinvolte.
Linda Bressanelli
Sorgente: All’asta i tre impianti di Montecampione | Radio Voce Camuna [...]
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03/03/2023Sorgente: La Valle Dei Segni su Instagram: “A Monte Campione ci si diverte in outdoor sulla neve! Ricorda che domani: Sabato 4 marzo alle ore 19:00, proprio da qui, parte la 6ª…”
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01/03/2023La sesta edizione della ciaspolata si terrà sabato 4 marzo
Sarà dedicata a Elena Fanchini la sesta edizione Ciaspolando sotto il Muffetto, camminata non competitiva di 8 chilometri per chi sceglierà il percorso più lungo (o di 4 per il tragitto breve), facente parte del Winter tour Valle dei Segni e organizzata dalla Pro Loco Artogne e la Scuola sci di Montecampione e patrocinata dai Comuni di Artogne e Gianico e dalla Comunità montana.
Sabato 4 marzo il pensiero di organizzatori e partecipanti, da quelle montagne che l’hanno vista crescere e sciare, sarà rivolto alla ex sciatrice recentemente scomparsa, con l’invito a partecipare alla donazione a favore dell’Associazione per la ricerca contro il cancro, della quale Elena era testimonial.
La partenza della ciaspolata è prevista per le 19:00 da complesso residenziale Le Baite di Bassinale, dove c’è la statua dedicata a Marco Pantani. Le ciaspole si possono anche noleggiare. Il gruppo più numeroso verrà premiato. Per informazioni e prenotazioni basta collegarsi al sito www.prolocoartogne.it.
Linda Bressanelli
Sorgente: A Montecampione Ciaspolando sotto il Muffetto con un pensiero per Elena Fanchini | Radio Voce Camuna
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19/02/2023Aru ha appena conquistato Montecampione al Giro 2014: una vittoria per due
Oscar Saturni era con lui ad Altea e lo ha visto andar via. E’ successo tutto troppo in fretta e di colpo Umberto non c’era più. Per questo ieri i suoi amici si sono raccolti per salutarlo con il necessario passo lento nella parrocchia di San Giovanni a Mozzo.
Non è stato un bel giorno, ma il tempo passato ha permesso di lucidare i ricordi migliori. Tutti hanno rievocato quanta allegria e umanità abbia portato nelle loro vite quel brav’uomo di Inselvini, che ti arricchiva semplicemente guardandoti negli occhi e salutandoti con le stesse mani che hanno carezzato e massaggiato i muscoli dei campioni.
Il massaggiatore è fisioterapista e psicologo: con la sua esperienza, Umberto riassumeva il meglio di entrambi gli aspetti. Era il riferimento dei colleghi, il fratello maggiore. Una brava persona. Un filosofo. Una persona seria. Persino un comico. Così lo hanno descritto i suoi colleghi e compagni di chilometri e giorni sulle strade del mondo.
Telecronache spagnole
Oscar Saturni racconta l’amico degli ultimi 12 anni. «Gli dicevi: “Umberto, andiamo a quella corsa, ti ricordi cosa successe l’ultima volta?”. E lui rispondeva: “Sì, io c’ero”. Lui era stato in tutte le parti, era cittadino del mondo. Scherzando diceva che veniva da un paesino de La Rioja, in Spagna: Cuzcurrito de Rio Tiron. Umberto di dove sei? “Di Cuzcurrito de Rio Tiron!”. Era sempre molto sorridente e contento e… era un fenomeno. Un uomo elegante».
Umberto faceva le imitazioni delle radiocronache spagnole e se le sentivi restavi a bocca aperta, mentre ti piegavi dal ridere.
«Io non riesco a dire tutte le parole – dice Saturni – ma lui era bravissimo. C’erano delle frasi sempre uguali, non so come le ricordasse. Ricordava anche la pubblicità delle pile Varta che facevano durante il Giro della Colombia. Oppure faceva la telecronaca finale degli ultimi metri di una corsa vinta da Alberto Volpi all’Alentejo.
«C’era questa salita di 10 chilometri, un vento della miseria. Tre uomini in fuga. Mauleon della Once, Garmendia della Banesto, Volpi della Batik. Finché arrivano in cima e gli spagnoli provano a mettere in mezzo l’italiano. A lui quella telecronaca è rimasta in mente. E allora strillava, come il giornalista di Cadena Ser che faceva le telecronache per la radio spagnola (José Maria Garcia, ndr). “Mauleon, Garmendia. Mauleon, Garmendia. Mauleon, Garmendia. Mauleon, Garmendia. Mauleon, Garmendia… Volpi!!!”. Non voleva rifarla spesso, però ogni tanto lo convincevamo.
«Ho conosciuto Umberto negli anni 90 – prosegue Saturni – ma gli ultimi 12 li abbiamo condivisi qui in Astana. Eravamo sempre insieme, una persona molto amica con cui potevo confrontarmi. Non c’è stato giorno in questi 10 anni che non ci siamo sentiti. Un messaggio, una chiamata o un commento sulla giornata. Umberto amava il suo lavoro e la sua famiglia, per me Umbi era questo. Un signore, capace di convivere in un mondo difficile come il nostro. L’unica cosa che lo preoccupava era il fatto che gli anni passassero troppo in fretta, si lamentava che stava diventando vecchio. Invece se ne è andato ancora giovane. Mi manca molto il mio amico, merita di essere ricordato bene…».
Gli anni alla Carrera
Erano sempre insieme e un po’ si somigliavano, in quel 1992 nella Carrera di Chiappucci e a breve di Pantani. Umberto e Stefano Del Cas.
«Facevo lo sciatore – ricorda Stefano – per cui entrai nel 1991 a giornate, cercando di imparare il mestiere da Umberto e da Verzelletti. Poi dal 1992, ho iniziato fisso. Non sapevo molto del ciclismo professionistico, incontrare Umberto fu una fortuna. Una volta i vecchi massaggiatori erano gelosi del loro lavoro, quindi coi giovani erano molto avari. Non dico che sia stato come un papà, perché aveva solo 10 anni più di me, però mi ha aiutato tanto. La Carrera era uno squadrone. Un anno col Tour si arrivava sull’Alpe d’Huez, nel periodo in cui in Francia ti davano le macchine.
«Quel giorno dovevamo fare il rifornimento e poi andare in cima per fare l’arrivo. C’era parecchia strada da fare, si correva. Solo che a un certo punto ci siamo ribaltati. La macchina si è girata ed è rimasta sul fianco. Siamo scesi e siamo riusciti a ribaltarla. Non so come, ma funzionava ancora. E così siamo ripartiti e siamo arrivati ai piedi dell’Alpe d’Huez, anche se non ci hanno fatto salire perché era tardi. Poi le nostre carriere si sono separate, ma tutte le volte che negli anni successivi ci incontravamo, commentavamo che quel giorno il Signore ci aveva messo una mano sulla testa…».
«Quegli anni – prosegue Del Cas – ce li siamo portati dentro. Non è per parlar male del ciclismo di oggi, però una volta anche le squadre più grandi erano una famiglia. Adesso ti ritrovi con due italiani, un inglese, un tedesco, un francese, invece il nostro gruppo era tutto lì. Verzelletti e Umberto, poi c’era Archetti… Insomma, i gruppi erano più piccoli e alle corse c’erano sempre le stesse persone. Si creava un ambiente familiare, anche con Boifava, che era il grande capo.
«Di solito quando viene a mancare qualcuno, è quasi una consuetudine dire che fosse una brava persona. Lui lo era davvero. A volte negli hotel c’è quello che si presenta e alza la voce se c’è qualche problema. Umberto invece è sempre stato molto professionale: i problemi ci sono, diceva, ma si possono risolvere restando tranquilli. Poi parlava benissimo 4-5 lingue, non aveva problemi a farsi capire».
Nibali contro Aru
Inselvini con Aru, Pallini con Nibali, anche quando fra i due non scorreva buon sangue. Ma i due massaggiatori continuavano nel lavoro.
«Non abbiamo mai avuto rivalità legate a Nibali e Aru – dice Pallini – al massimo qualche battuta. Umberto era uno che vedeva il ciclismo, non il corridore. Nel senso che gli piaceva il ciclismo e non il singolo. Nel 2016 siamo stati alle Olimpiadi insieme e abbiamo collaborato bene, finimmo sul giornale perché ci ritrovammo a spazzare il box dell’Italia in cui non avevano finito i lavori.
«Faceva battute e portava allegria, anche se era il classico comico dall’anima triste. Secondo me era malinconico, ma per sdrammatizzare utilizzava sempre queste battute, le freddure, le imitazioni del telecronista spagnolo. Oppure c’era il giochino che faceva con Martinelli, quando andavamo alle partenze. Umberto imitava gli americani che atterravano sulla luna. Insomma, sentendolo per radio, aveva tutto il suo effetto. Sembrava vero».
«Umberto ripeteva sempre – prosegue Pallini – che lui aveva iniziato con Silvano Mazza alla Malvor-Bottecchia. E proprio al primo anno, Mazza gli aveva detto al Giro d’Italia sarebbero andati solo loro due. Quindi qualunque cosa fosse successa, sarebbe stata colpa dell’uno o dell’altro. Avrebbero dovuto sempre dividere per due. Questo poi è sempre stato un suo cavallo di battaglia. Nel ciclismo moderno, c’è la suddivisione dei ruoli e dei lavori da fare. Però poi alla fine, Umberto diceva sempre che se anche uno ha un ruolo o una mansione, sia gioie sia dolori vanno divisi.
«Sono quasi sicuro che Umberto fosse più di quello che mostrava, però non voleva darlo a vedere. Quindi ogni volta che approfondiva un discorso, smorzava sempre il tono e lo riportava a temi più leggeri. Quasi per non sembrare troppo profondo. Solo una volta l’ho visto deluso. Non voglio fare nomi e polemiche in questi momenti, anche perché ne parlavo ieri con la moglie e non è una cosa di cui voleva parlare neppure lui. Nessuno parlava male di Umberto e Umberto non parlava male di nessuno. So però che in una situazione del suo percorso professionale, era rimasto male».
La Divina Commedia
Cerea era il massaggiatore di Bettini, lo è stato per una vita. Non ha mai lavorato nella stessa squadra di Inselvini, ma hanno diviso i giorni dei mondiali.
«Hai presente quando dici una persona buona che incontri nella vita? Ecco, Umberto era sempre sorridente – racconta Cerea – aveva la battuta per tutti, il sorriso, la tranquillità. A Stoccarda, quando vincemmo il mondiale col “Betto”, c’era anche lui. Ti dava un senso di tranquillità, aveva sempre la battuta, il sorriso. Se avevi bisogno di qualcosa, non c’era nessun problema. Era fantastico con le lingue, un fenomeno. E poi era un uomo colto, questa cosa mi affascinava. Culturalmente era molto, ma molto avanti. Una sera a quei mondiali del 2007, eravamo tutti insieme e Alfredo Martini recitò cinque minuti della Divina Commedia. Umberto era accanto a me e la recitava a bassa voce insieme a lui. La sapeva parola per parola.
«Umbi, come lo chiamavo io, era ancora uno alla vecchia maniera. Credeva che fossimo una famiglia, era uno di quelli che riconoscevi per l’amore verso il lavoro e la professionalità. E poi non l’ho mai sentito parlare male di qualcuno, come credo che nessuno abbia mai parlato male di lui. E anche se qualcuno gli ha mancato di rispetto, Umberto non ha mai detto una parola. Ha sempre avuto dignità, tranquillità e grande pacatezza».
«Lo prendevo in giro quando non si tagliava da tanto i capelli – sorride Cerea – e allora glieli toccavo quasi per scaramanzia. Li aveva talmente folti e fitti, che sembravano un casco. Lui era nell’ambiente da molto più di me, però non è mai stato uno di quelli con la puzza sotto il naso. Salutava e chiedeva se avessi bisogno di qualcosa. Una volta il ghiaccio non era tanto facile da trovare e se non ti alzavi presto, non lo trovavi. E lui più di una volta si è offerto di dividere il suo, dicendo che ne aveva preso di più.
«Erano anni in cui ci si dava una mano. Si andava al rifornimento con le macchine tutti assieme – ricorda Pallini – non c’erano i GPS, era un’avventura quasi ogni giorno. Certe volte, se riconosceva un posto, iniziava a raccontartene la storia e andava a fondo in certi dettagli che non ti aspettavi. E lo diceva con una tranquillità che mi affascinava. E’ proprio vero, quando dici che il cielo si prende sempre le persone più buone. Ecco, lui secondo me è uno proprio una di queste persone e me lo immagino adesso con Alfredo Martini a recitare Dante uno davanti all’altro».
Enzo Vicennati
Altre immagini al link della sorgente: L’ultimo saluto a Umberto, un uomo elegante – bici.PRO
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15/02/2023Il giorno del dolore di mamma Tonina: “Sembriamo sempre vicini alla verità ma poi siamo frenati e non arriviamo in fondo”
Il giorno della ricorrenza della morte di Marco Pantani, mamma Tonina lo ha vissuto nel suo dolore, fra la casa di famiglia e l’ospedale di Cesenatico, uscendo soltanto per la funzione religiosa celebrata ieri sera nella chiesa di San Giacomo affacciata sul porto canale e concedendosi poi un momento conviviale assieme ai tifosi giunti da diverse parti d’Italia.
Tonina, cosa fa in questa ricorrenza così dolorosa?
“Sono appena tornata dall’ospedale per fare delle lastre al torace, è un problema che mi porto dietro da 19 anni e devo tenermi sotto controllo; poi andrò a letto e mi recherò a messa e saluterò i tifosi prima di rincasare”.
Le indagini alla Procura di Rimini sull’ipotesi di omicidio per il decesso del 14 febbraio 2004, volgono verso un finale che potrebbe essere lo stesso delle indagini precedenti.
“Immagino che sarà così, perchè c’è tanta gente di mezzo in questa bruttissima faccenda ed è per questo che la verità non verrà fuori; ho fatto un ultimo tentativo con un avvocato di Rimini, per provare a far luce su quei punti oscuri, ma è veramente dura, c’è ancora un muro che non va giù, fatto di uomini e di interessi economici”.
Secondo voi cosa è successo quel giorno al residence Le Rose di Rimini?
“Qualcuno ha evidentemente alterato quanto realmente accaduto, perchè a nostro avviso Marco non era solo in quel residence. Non sono state fatte le indagini come invece si doveva e questo mi fa una gran rabbia, diversamente non si spiega perchè prima in un video non c’è sangue vicino al corpo di Marco e poi c’è, in alcune immagini c’è una pallina bianca contenente una sostanza e in altre no; in sostanza ci sono rilievi, video e fotografie molte anomale ed è per questo che io non mi sono mai arresa e voglio la verità”.
Cosa le dà tante certezze?
“Non sono una persona di legge, io non ho studiato, ma mi sono letta tutti i faldoni dei procedimenti giudiziari e vi giuro che chiunque capirebbe tutto, farebbe venir fuori i punti oscuri e le grosse contraddizioni”.
In 19 anni quanto avete speso di avvocati?
“Un milione e duecentomila euro, ma i soldi non sono niente, erano di Marco; la delusione che ci atterra è la speranza disillusa, perchè sembriamo sempre vicini ad alzare il coperchio per far emergere la verità, ma poi siamo frenati e non arriviamo mai in fondo”.
I tifosi sono ancora con Marco e con voi familiari.
“Questo ci dà una gran forza, i ragazzi sono veramente eccezionali. Anche ai recenti funerali di Elena Fanchini, la sciatrice morta a 37 anni, abbiamo ricordato che lei aveva dedicato la prima vittoria a Marco quando era morto da un anno. Noi 2 anni prima eravamo andati a Montecampione per l’inaugurazione della statua a lui intitolata. Al funerale di Elena quando sulla bara ho visto la maglia di Marco, sono dovuta scappare via dalla commozione; il mio Marchino lo ricordano tanti, mi fa piacere e mi fa anche andare avanti”.
Giacomo Mascellani
Sorgente: “Dopo 19 anni c’è un muro che non va giù”
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15/02/2023C’è un vero groviglio di necessità e interessi che preludono alla rinascita di Montecampione, ma forse qualcosa della ingarbugliata matassa si sta dipanando. Crisi di Montecampione Ski area, Patto territoriale di sviluppo turistico e ristrutturazione e rilancio degli alberghi sono i tre elementi che si intersecano. In particolare i primi due sono legati strettamente, con il terzo che può ricoprire un ruolo non secondario. E poi c’è il Consorzio dei residenti, che pure intende giocare questa partita. Iniziamo col dire che già c’è stato un primo approccio tra quest’ultimo e i commercianti. Un incontro per sondare l’umore di chi gestisce una attività nella stazione turistica e per capire se gli addetti ai lavori sono disposti a pagare per intero la quota di adesione al Consorzio. Quota che attualmente grava sui commercianti solo al 50%. L’associazione guidata da Maurizio Carrara ha risposto sì, ben sapendo che gli impianti in funzione non fanno altro che creare indotto anche per questa categoria. Già nell’ottobre del 2012 furono una quarantina i pubblici esercenti che insieme ad alcuni residenti misero per primi mano al portafoglio per sottoscrivere la nascita di Montecampione Ski area proprio per la gestione degli impianti di risalita.
Oggi si torna a chiedere il loro apporto, al quale si dovrebbe affiancare anche quello del Consorzio. Quanto alla più volte citata Montecampione Ski area, per la società si è affacciato il «concordato di continuità aziendale»: prevede la prosecuzione dell’attività di impresa, ma con la cessione di alcuni impianti per ottenere liquidità necessaria ad assolvere agli obblighi debitori. Così, il registro generale delle esecuzioni dice che il prossimo 6 aprile andranno all’asta la seggiovia «Le Baite», ferma da decenni e valutata 90 mila euro; la «Preottone-Corniolo», una quadriposto ad ammorsamento automatico soggetta a revisione dal dicembre 2022 e con base di partenza da 400 mila euro; e la «Gardena», destinata ai più piccoli e lunga solo 350 metri, per 120 mila. Il lavorio istituzionale e le fibrillazioni di questi giorni sono proprio legati alla nascita della nuova realtà che andrà a prendersi gli impianti messi all’asta. Sono coinvolti nell’operazione gli enti locali, la società che sta ristrutturando l’albergo di quota 1.800 e il Consorzio residenti. Per iniziare bisogna mettere sul piatto almeno 610 mila euro. Un primo passo che guarda al futuro di Montecampione.
Domenico Benzoni
Sorgente: L’asta delle seggiovie: una prima via d’uscita | Bresciaoggi
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14/02/2023Diciannove anni dalla morte dell’indimenticabile campione del ciclismo. Il nostro ricordo, dedicato a Marco Pantani
La memorabile vittoria di Marco Pantani a Montecampione, in quel Giro d’Italia del 1998 che lo vide trionfare
Vittorie esconfitte. Cadute e rivincite. Gioie incredibili e dolori immensi. I pensieri, diceva Marco Pantani, pesano un bagaglio a mano. Da diciannove anni gli amanti del ciclismo portano un macigno sul cuore. Il vuoto lasciato il 14 febbraio 2003 in quella maledetta stanza d’albergo di Rimini non si è mai colmato e mai lo sarà. Il campione romagnolo, ultimo a riuscire nell’impresa della doppietta Giro d’Italia–Tour de France nel 1998, è diventato canzoni, film, opere d’arte. Ha ispirato soprannomi iconici come il “Pantadattilo” del grande Gianni Mura. il suo nome è scritto ancora sull’asfalto delle salite leggendarie. Quello stesso asfalto che lui piegava, incantando il pubblico come più nessuno è riuscito a fare.
La storia dello scalatore più forte di sempre e la canzone che gli Stadio hanno scritto per lui: ricordando Marco Pantani, oggi su Politica Sette.
E mi alzo sui pedali: la canzone dedicata dagli Stadio a Marco Pantani
Io sono un campione questo lo so
È solo questione di punti di vista
In questo posto dove io sto
Mi chiamano Marco, Marco il ciclista
Ma è che alle volte si perde la strada
Perché prima o poi ci son brutti momenti
Non so neppure se ero un pirata
Strappavo la vita col cuore e coi denti
E se ho sbagliato non me ne son reso conto
Ho preso le cose fin troppo sul serio
Ho preso anche il fatto di aver ogni tanto
Esagerato per sentirmi più vero
E ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino
Dopo un po’ prendevo il volo dal cancello del giardino
E mio nonno mi aspettava senza dire una parola
Perché io e la bicicletta siamo una cosa sola
Mi rialzo sui pedali, ricomincio la fatica
Poi abbraccio i miei gregari, passo in cima alla salita
Perché quelli come noi hanno voglia di sognare
E io dal passo del Pordoi chiudo gli occhi e vedo il mare
E vedo te, e aspetto te
Adesso mi sembra tutto distante
La maglia rosa e quegli anni felici
E il Giro d’Italia e poi il Tour de France
Ed anche gli amici che non erano amici
Poi di quel giorno ricordo soltanto
Una stanza d’albergo ed un letto disfatto
E sono sicuro di avere anche pianto
Ma sono sparito in quell’attimo esatto
E ora mi alzo sui pedali all’inizio dello strappo
Mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo
Perché in fondo una salita è una cosa anche normale
Assomiglia un po’ alla vita, devi sempre un po’ lottare
E mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia
E mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa
Ma quando scendo dal sellino sento la malinconia
Un elefante magrolino che scriveva poesie
Solo per te, solo per te
Io sono un campione, questo lo so
Un po’ come tutti aspetto il domani
In questo posto dove io sto
Chiedete di Marco, Marco Pantani
Sorgente: Marco Pantani 19 anni senza il “Pirata”, lo scalatore più forte della storia: per chi ama il ciclismo San Valentino è un giorno triste
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14/02/2023Il 14 febbraio 2004 la morte di Marco Pantani lasciava gli amanti del ciclismo orfani dell’ultimo campione in grado di vincere nello stesso anno Giro d’Italia e Tour de France
Dal 14 febbraio 2004 la ricorrenza di San Valentino non è più la stessa per tutti gli amanti del ciclismo. Nella notte di quel sabato, infatti, i notiziari televisivi lanciarono una notizia da cui nessun appassionato avrebbe mai voluto essere raggiunto: era morto Marco Pantani. In serata, il campione di Cesenatico era stato trovato morto nel residence Le Rose di Rimini.
Il Pirata aveva appena trentaquattro anni. Non erano trascorsi neppure dodici mesi dagli ultimi scatti in salita della sua carriera nella 19ª frazione del Giro d’Italia 2003, la tappa da Canelli a Cascata del Toce. Le fitte nebbie della cronaca nera, che ancora avvolgono la tragica morte, non hanno, tuttavia, potuto intaccare il mito nel cuore degli affezionati della bicicletta.
Marco Pantani, il mito del pirata
Nonostante i natali sulla riviera di levante, il sangue romagnolo pulsava più forte laddove la terra si avvicina al cielo: sulle vette dei grandi giri. In salita Marco Pantani costruì imprese memorabili al Giro d’Italia e al Tour de France. Le tante immagini negli archivi della RAI continuano a restituire il mito anche alle nuove generazioni, a chi quel 14 febbraio 2004 – forse – nemmeno era nato.
Il campione di Cesenatico fece innamorare tutti con la propria fantasia. La sfida di credere e realizzare l’impossibile apriva le strade gremite di tifosi al suo passaggio. La capacità di osare e di soffrire lo condussero a realizzare imprese irripetibili, a riportare
Per tutti Marco Pantani è stato il Pirata. Un gesto iconico, gettare la bandana, preludeva a ogni attacco, quasi sempre in salita, talora in discesa. A diciannove anni dalla scomparsa, nella memoria degli appassionati del ciclismo sopravvive il ricordo di tante imprese. Su tutte, il record d’ascesa all’Alpe d’Huez e al Mont Ventoux e la doppietta Giro d’Italia e Tour de France nella stessa stagione.
Marco Pantani, la doppietta Giro-Tour nel 1998
Chi ha voluto bene a Marco Pantani lo ricorda, in maglia rosa, il 4 giugno 1998, certificare il trionfo nella tappa di Montecampione, vincendo la strenua resistenza del campione russo Pavel Tonkov. Nella memoria, però, i colori della divisa della Mercatone Uno sono diventati una stessa cosa con quella maglia gialla ricevuta agli Champs Élysées da Felice Gimondi il 2 agosto dello stesso anno.
Il campione di Cesenatico scrisse la storia il 27 luglio 1998 nella leggendaria 15ª frazione del Tour de France 1998 da Grenoble a Les Deux Alpes. Uno scatto del pirata fece il vuoto nel gruppo maglia gialla quando mancavano ancora quattromila metri al Gran premio della montagna posto in cima al Galibier. Dopo 47 km di fuga solitaria con quasi nove minuti di vantaggio accumulati su Jan Ullrich, il corridore italiano potè indossare il simbolo del primato per non svestirlo più.
Dopo quasi un quarto di secolo, più nessuno è riuscito a ripetere la sensazionale impresa di vincere, nella stessa stagione, Giro d’Italia e Tour de France. Di Marco Pantani resta, appunto, il mito. Imprese, statistiche, distacchi aspettano di essere riscritti. Il ricordo rimarrà, invece, indelebile. È di nuovo il 14 febbraio e – come puntualmente accade da diciannove anni – un anelito d’amorosi sensi volerà in cielo dove il Pirata è finito dopo l’ultima fuga fatalmente solitaria.
Matteo Parente
Sorgente: Accadde oggi, 14 febbraio 2004: addio al pirata Marco Pantani – Footballnews24.it
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14/02/2023(biografineonline.org) Il grande campione del ciclismo italiano Marco Pantani nasce il 13 gennaio 1970 a Cesena. Vive a Cesenatico: esordisce come professionista il 5 agosto 1992 con la squadra “Carrera Tassoni”, con cui correrà fino al 1996. La prima vittoria arriva nel 1994, al Giro d’Italia, nella tappa di Merano. Lo stesso anno Marco Pantani vince anche la tappa dell’Aprica, e il suo nome comincia a farsi conoscere.
Nel 1995 arriva la vittoria nella tappa di Flumsberg al Giro di Svizzera, ma sono le due tappe (Alpe D’Huez e Guzet Neige) al Tour de France a imporlo con forza all’attenzione del grande pubblico e dei media. Anzichè utilizzare il classico berrettino, Pantani corre con una bandana colorata sul capo: il mito del “Pirata” nasce lì, sulle salite del Tour.
Nello stesso anno vince il bronzo ai Campionati del mondo di Duitama in Colombia, ma è in agguato il primo dramma della sua carriera: il terribile incidente alla Milano-Torino. Le circostanze lo costringono a lunghe cure e a saltare un’intera stagione.
Torna nel 1997 e riprende le gare passando alla squadra Mercatone Uno. La sfortuna tuttavia sembra ancora perseguitarlo: una caduta al Giro d’Italia (25 Maggio, tappa di Cava dei Tirreni) lo costringe al ritiro. Si riprende in tempo per partecipare al Tour de France dove vince la tappa dell’Alpe D’Huez e di Morzine.
Il 1998 è l’anno di una straordinaria impresa: Marco Pantani, indomabile in salita, vince il Giro d’Italia (si impone nelle tappe di Piancavallo e Montecampione) e subito dopo vince il Tour de France. In Francia vince le tappe di Plateau de Beille e Les Deux Alpes, prima di arrivare al Parco dei Principi, a Parigi, da trionfatore in maglia gialla.
Con questa impresa Pantani entra a pieno merito nell’élite dei campionissimi che hanno vinto Giro e Tour nello stesso anno.
Il 1999 comincia alla grande: Pantani sembra destinato a dominare ancora in Italia e all’estero. Al Giro si prende la maglia rosa e vince quattro tappe (Gran Sasso, Oropa, Pampeago, Madonna di Campiglio). Proprio sulle rampe della strada che sale da Pinzolo verso la località delle Dolomiti di Brenta se ne va solo, alla sua maniera, con uno scatto secco, per tutti irresistibile. Sarà l’ultimo vero, romantico, gesto atletico del vero Marco Pantani.
Il mattino successivo alla trionfale vittoria di Madonna di Campiglio, Pantani viene fermato: un controllo anti-doping rivela che il suo ematocrito è troppo alto, fuori norma.
Qui inizia il dramma personale dell’uomo Marco Pantani: l’atleta si proclama innocente, lascia la carovana del Giro che credeva già suo; la corsa riparte senza di lui.
La determinazione dell’atleta Pantani si rivelerà pari alla fragilità dell’uomo. Pantani è completamente distrutto. Inizia una parabola discendente che vede Pantani incapace di frenare la propria discesa verso una crisi interiore. La fatica di ritrovarsi è insostenibile.
L’inattività agonistica che va dal 5 giugno 1999 sino al 22 febbraio 2000 e dal 24 febbraio al 13 maggio 2001, sarà probabilmente la sua condanna. Tuttavia Marco non rinuncia: prova a reagire e a tornare come prima.
Rientra per il Giro del Giubileo con partenza da Roma, ma non riesce a terminarlo. Partecipa anche al Tour e vince le tappe del Mont Ventoux, cima leggendaria, e di Courchevel.
Poi ancora incertezze sul futuro. Dimostra di voler tornare a buoni livelli e chiude il suo ultimo Giro, nel 2003, al quattordicesimo posto, malgrado l’ennesima sfortuna di una brutta caduta.
Non partecipa al Tour successivo e si ricovera in una clinica vicino Padova, a Giugno, per disintossicarsi e per curare le sue frequenti crisi depressive.
Viene trovato morto il giorno 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini, nel quale da alcuni giorni si era trasferito;la causa: overdose di eroina. La Gazzetta dello Sport titolava in modo semplice e rispettoso: “Se n’è andato”. Il dramma dell’uomo e la sua tragica fine incontrano l’immenso cordoglio del mondo sportivo – e non solo – che unanimemente si trova d’accordo nel voler ricordare del grande campione le gesta sportive, le emozioni e l’orgoglio.
Il 4 giugno 2005 è stata inaugurata in piazza Marconi a Cesenatico la statua in bronzo, a grandezza naturale, che ritrae il campione Marco Pantani mentre pedala in salita. A causa di una legge datata 1923 che non permette di intitolare monumenti a personaggi scomparsi da meno di 10 anni, la statua non riporta alcuna targa. Ma è certo che anche senza nome tutti riconosceranno nel fisico e nella determinazione di quel ciclista, l’indimenticato campione italiano.
All’inizio del mese di agosto 2014 viene riaperta l’inchiesta sulla morte del Pirata: il campione romagnolo non si sarebbe suicidato, così la procura indaga per omicidio pur non essendovi alcun indiziato.
Sorgente: Il 14 febbraio 2004 l’addio a Marco Pantani, il “Pirata” che ha conquistato tutti
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11/02/2023Una forza d’animo apparente nelle parole di mamma Giusi, che ha voluto ricordare e salutare così la sua Elena, questo sabato mattina, nella Parrocchiale San Giovanni Battista di Solato, frazione di Piancamuno, dove si sono celebrati i funerali della giovane 37enne scomparsa prematuramente mercoledì 8 febbraio dopo una dura lotta contro il cancro. Elena Fanchini era conosciuta da tutti come la campionessa di sci di Montecampione, dall’animo umile e solare, il grande orgoglio per il cuore bresciano. Un fiume di gente, oltre 1500 i presenti questo sabato alla cerimonia che è stata presieduta dal parroco Don Simone Caricari e concelebrati dai sacerdoti della zona. Ad unirsi attorno al dolore dei famigliari, di mamma Giusy, papà Sandro, delle sorelle Nadia e Sabrina e del marito Denis, anche la sua seconda famiglia, quella del mondo dello sci: le sue Lions, le discesiste storiche dello sci azzurro, il Comitato FISI Brescia, i rappresentanti della Fisi Nazionale con il vicepresidente nazionale Francesco Bettoni ed il Presidente del Comitato Alpi Centrali Franco Zecchini, ma anche gli storici sostenitori delle sorelle Fanchini, il “Fanchini Fan Club” e numerosi sci club. A darle l’ultimo saluto a fianco delle Forze dell’Ordine locali, anche una nutrita rappresentanza della Guardia di Finanza di cui Elena faceva parte, che l’hanno accolta con il picchetto d’onore poggiando il suo berretto da finanziera vicino alla bara avvolta dal tricolore, su cui era stato posato anche il pettorale numero 3 indossato nella discesa di Beaver Creek del 2013 nella quale conquistò il terzo posto. Tra i saluti alla campionessa, anche quello del Tenente Colonnello del gruppo sportivo Fiamme Gialle di cui lei faceva parte. Elena è stata tante cose: figlia, sorella maggiore, moglie, poi zia, una grande sportiva, una finanziera, ma soprattutto una guerriera che ha affrontato tutte le sfide della vita con grande forza di volontà ed il sorriso. Nel rispetto del dolore provato dall’intera Comunità, le Amministrazioni comunali di Piancamuno e Artogne hanno indetto per l’intero sabato il lutto cittadino. Presenti per l’addio a Elena i due primi cittadini di Artogne e Piancamuno, ma anche le istituzioni locali, provinciali e Regionali. L’intera cerimonia è stata pervasa da un silenzio composto, poi rotto dagli applausi nel momento dei ricordi e dai palloncini bianchi liberati in cielo al termine, per l’ultimo addio. Elena però ha lasciato il segno e continuerà a lasciarlo perché la sua famiglia, su suo desiderio, ha chiesto «non fiori, ma una donazione per l’Airc» per sostenere la ricerca sul cancro. La sorella Nadia ha infatti aperto una pagina sul sito dell’Airc in memoria di Elena che in una sola giornata ha raggiunto la soglia di 15 mila euro di donazioni seguite da numerosi messaggi sulla bacheca virtuale, tra cui quello della Campionessa Michelle Gisin “Mando a tutti tanta forza, in un momento così buio”.
Sorgente: +Valli TV – L’ULTIMO SALUTO A ELENA FANCHINI
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11/02/2023L’8 febbraio, dopo una lunga battaglia contro un tumore, si è spenta a soli 37 anni la campionessa di sci Elena Fanchini . Oggi, a San Giovanni Battista a Solato , una piccola frazione di Pian Camuno in provincia di Brescia, si sono celebrati i funerali dell’ex sciatrice azzurra che ha combattuto a lungo contro la malattia . Una moltitudine di persone ha accompagnato il feretro di Elena: oltre a tanta gente comune e la famiglia, presenti il fan club delle sorelle Fanchini, le sue Fiamme Gialle e anche le sue Lions , le discesiste storiche dello sci azzurro, quelle che non sono impegnate nei Mondiali di Meribel. (Tuttosport)
La notizia riportata su altre testate
Ho anche chiesto che il tuo male lo passasse a me» (Corriere della Sera)
Il destino ha voluto che i funerali di Elena Fanchini, venuta a mancare mercoledì sera all’età di 37 anni, si tenessero quasi in contemporanea con la gara di discesa libera ai Mondiali di Sci alpino sulla pista di Courchevel-Meribel. (Radio Voce Camuna)
Stamattina si sono svolti i funerali della campionessa 37enne, morta di tumore alcuni giorni fa. Elena Fanchini, sotto un sole meraviglioso e incredibilmente caldo per febbraio, questa mattina ha inforcato gli sci, ha superato il cancelletto ed è partita per la sua ultima gara, quella in salita, che la condurrà verso il cielo. (IL GIORNO)
Dal nostro inviato Paolo Marabini Le lacrime sono finite. Ne ha versate tante, giovedì. “Ho pianto tre ore, senza sosta – ha ammesso – e non mi era mai successo in vita mia, forse perché non avevo mai perso una persona a me così cara. (La Gazzetta dello Sport)
L’ex sciatrice azzurra è morta a 37 anni per un tumore. Le parole della madre: “Ho pianto sotto le coperte per tante notti perché non volevo che mi sentissi”. (Fanpage)
La Vallecamonica ha dato oggi l’ultimo saluto Elena Fanchini. Il migliore ritratto possibile della campionessa di Montecampione passa dalle parole commosse dei suoi famigliari. (TeleBoario)
Sorgente: Funerale Elena Fanchini, la disperazione della madre: “Dovevi entrare qui da sposa” (xgca)
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11/02/2023L’ultimo saluto alla campionessa di sci 37enne morta mercoledì sera. Applausi e palloncini in cielo per renderle omaggio
Un amore troppo grande per la piccola Solato. Duemila persone sono salite nella piccola frazione di Pian Camuno per l’ultimo saluto a Elena Fanchini, la campionessa di sci morta mercoledì sera a 37 anni dopo la battaglia contro il cancro.
Tutta la comunità di Pian Camuno e Montecampione, ma anche sportivi, ex compagne di squadra e non solo si sono stretti intorno al marito Denis, a mamma Giusy e papà Sandro, alle sorelle Nadia e Sabrina per i funerali.
Un silenzio composto ha accolto il feretro, giunto accompagnato da un corteo a piedi dalla casa di Elena, applausi scroscianti hanno poi rotto il silenzio nel momento dei ricordi, in chiesa, davanti alla bara avvolta dal tricolore e con un pettorale di partenza della camuna. Poi, all’uscita della piccola parrocchiale di san Giovanni Battista, palloncini liberati in cielo per l’ultimo addio.
Fabio Tonesi
Sorgente: Elena Fanchini, in duemila ai funerali di Solato per dirle addio – Giornale di Brescia [...]
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11/02/2023Una giovane campionessa di sci e amante dello sport è venuta a mancare, stroncata da una grave malattia che l’aveva colpita nel 2018. Un lutto che lascia senza parole.
Era stata aggredita da un grave tumore cinque anni fa, nel 2018, quando aveva 32 anni e si stava preparando per le Olimpiadi. Le cure sembravano aver sortito effetto. Ma il male si è poi ripresentato la scorsa estate, due anni dopo il ritiro dall’agonismo, e dopo mesi terribili non le ha purtroppo lasciato scampo.
La Valcamonica ha perso nelle scorse ore una delle sue stelle più grandi luminose: la campionessa di sci Elena Fanchini. L’atleta, una ragazza bellissima, solare e piena di gioia di vivere, se ne è andata a soli 37 anni, lasciando senza parole familiari, colleghi, amici e un po’ tutti noi.
Il lutto improvviso che ha sconvolto il mondo dello sport (e non solo)
Elena Fanchini, nata e cresciuta a San Maurizio di Monteampione ma poi residente a Vissone di Piancamuno (Brescia), era sorella di Nadia e Sabrina, anche loro sciatrici di alto livello. Ed era un’affermata atleta olimpionica, con all’attivo decine di gare e vittorie. In particolare, ha trionfato nella coppa del mondo ben due volte: nel 2005 a Lake Luoise in Canada e poi a Cortina d’Ampezzo.
La sciatrice di discesa libera aveva dato l’annuncio della malattia alla vigilia dei Giochi invernali di Pyeongchang nel 2018, ai quali aveva dovuto rinunciare proprio a causa del tumore al colon che l’aveva aggredita. In carriera ha vinto anche un argento mondiale in discesa nel 2005 a Bormio. A gennaio Sofia Goggia le aveva dedicato al vittoria in discesa a Cortina: “Eli è per te”, aveva detto l’olimpionica. E lei le aveva risposto: “Quel pettorale rosso mi ha regalato un sorriso”.
lena Fanchini era diventata testimonial dell’Airc e aveva reso la sua testimonianza in occasione della giornata delle arance del 2021: “Come sportiva ho sempre tenuto un corretto stile di vita – aveva spiegato -. Niente fumo né alcol, tanta attività fisica e un’alimentazione bilanciata in cui abbondano frutta e verdura. Ho scoperto che il mio tumore è di origine genetica, eppure nella mia famiglia non ci sono mai stati casi di tumore, ma credo nell’importante ruolo della prevenzione”. Parole che ora sono come un pugno al cuore.
Il tumore al colon è purtroppo uno dei più diffusi in Italia, con 50mila nuove diagnosi ogni anno. Un’équipe di ricerca dell’Università di Bologna ha scoperto che in Europa c’è stato un aumento nei morti per cancro al colon-retto dell’11,9% a causa della pandemia di Coronavirus Sars-CoV-2. La diffusione del Covid ha infatti causato ritardi negli screening salva-vita, riducendo il tasso delle diagnosi precoci della neoplasia, con conseguenze letali.
Enrico Del Sero
Sorgente: Grave lutto nel mondo dello sport italiano: muore a soli 37 anni
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