È in programma sabato pomeriggio l’assemblea straordinaria convocata dal Consorzio residenti di Montecampione per approvare la variazione allo statuto, unica strada per evitare lo scioglimento del Consorzio stesso.
A minare la sopravvivenza dell’associazione, che venne costituta nel 1977 tra i residenti e i proprietari di immobili del comprensorio di Alpiaz Montecampione, è la presa in carico al Comune di Artogne della Tari di Montecampione e di tutti i servizi a valenza pubblica – raccolta rifiuti, acquedotto e fognature, illuminazione pubblica e altro – che finora era gestita dal Consorzio.
Come comunicato dal prefetto di Brescia, i Comuni di Artogne e Piancamuno e il Consorzio residenti di Montecampione hanno tempo fino al 31 dicembre per adeguarsi alla normativa vigente sulla Tari e la gestione dei servizi pubblici.
Ecco quindi che, con un lasso di tempo ampio che consente di provvedere ai passaggi di competenze, il provvedimento che introduce la tassa per la località turistica è stato approvato giovedì sera dal Consiglio comunale di Artogne, durante il qualesi sono registrati toni aspri.
Previsti due ambiti di applicazione: uno per Artogne e l’altro per Montecampione. Il Comune di Artogne prevede di incassare circa 600mila euro, di cui 144mila euro da Montecampione.
Le famiglie della località turistica, anziché pagare il Consorzio che gestiva i servizi, poi li riversava a Valle Camonica Servizi, pagheranno direttamente alla multiutility.
Il sindaco, Barbara Bonicelli, con una lunga lettera ha confermato il sostanziale mantenimento delle tariffe già applicate per la Tari ad Artogne.
Anche Piancamuno sarà chiamato ad adeguarsi entro la fine dell’anno.