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PoliticaSette – Marco Pantani 19 anni senza il “Pirata”, lo scalatore più forte della storia: per chi ama il ciclismo San Valentino è un giorno triste

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Diciannove anni dalla morte dell’indimenticabile campione del ciclismo. Il nostro ricordo, dedicato a Marco Pantani

La memorabile vittoria di Marco Pantani a Montecampione, in quel Giro d’Italia del 1998 che lo vide trionfare

Vittorie esconfitte. Cadute e rivincite. Gioie incredibili e dolori immensi. I pensieri, diceva Marco Pantani, pesano un bagaglio a mano. Da diciannove anni gli amanti del ciclismo portano un macigno sul cuore. Il vuoto lasciato il 14 febbraio 2003 in quella maledetta stanza d’albergo di Rimini non si è mai colmato e mai lo sarà. Il campione romagnolo, ultimo a riuscire nell’impresa della doppietta Giro d’ItaliaTour de France nel 1998, è diventato canzoni, film, opere d’arte. Ha ispirato soprannomi iconici come il “Pantadattilo” del grande Gianni Mura. il suo nome è scritto ancora sull’asfalto delle salite leggendarie. Quello stesso asfalto che lui piegava, incantando il pubblico come più nessuno è riuscito a fare.

La storia dello scalatore più forte di sempre e la canzone che gli Stadio hanno scritto per lui: ricordando Marco Pantani, oggi su Politica Sette.

E mi alzo sui pedali: la canzone dedicata dagli Stadio a Marco Pantani

Io sono un campione questo lo so
È solo questione di punti di vista
In questo posto dove io sto
Mi chiamano Marco, Marco il ciclista

Ma è che alle volte si perde la strada
Perché prima o poi ci son brutti momenti
Non so neppure se ero un pirata
Strappavo la vita col cuore e coi denti

E se ho sbagliato non me ne son reso conto
Ho preso le cose fin troppo sul serio
Ho preso anche il fatto di aver ogni tanto
Esagerato per sentirmi più vero

E ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino
Dopo un po’ prendevo il volo dal cancello del giardino
E mio nonno mi aspettava senza dire una parola
Perché io e la bicicletta siamo una cosa sola

Mi rialzo sui pedali, ricomincio la fatica
Poi abbraccio i miei gregari, passo in cima alla salita
Perché quelli come noi hanno voglia di sognare
E io dal passo del Pordoi chiudo gli occhi e vedo il mare
E vedo te, e aspetto te

Adesso mi sembra tutto distante
La maglia rosa e quegli anni felici
E il Giro d’Italia e poi il Tour de France
Ed anche gli amici che non erano amici

Poi di quel giorno ricordo soltanto
Una stanza d’albergo ed un letto disfatto
E sono sicuro di avere anche pianto
Ma sono sparito in quell’attimo esatto

E ora mi alzo sui pedali all’inizio dello strappo
Mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo
Perché in fondo una salita è una cosa anche normale
Assomiglia un po’ alla vita, devi sempre un po’ lottare

E mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia
E mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa
Ma quando scendo dal sellino sento la malinconia
Un elefante magrolino che scriveva poesie
Solo per te, solo per te

Io sono un campione, questo lo so
Un po’ come tutti aspetto il domani
In questo posto dove io sto
Chiedete di Marco, Marco Pantani

Sorgente: Marco Pantani 19 anni senza il “Pirata”, lo scalatore più forte della storia: per chi ama il ciclismo San Valentino è un giorno triste


 

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