Passa anche dalla Prefettura il confronto sui problemi che pesano sul Consorzio dei residenti di Montecampione e che complicano le sue relazioni con i Comuni di Artogne e Piancamuno. Rispondendo alla richiesta di aggiornamenti partita da palazzo Broletto a metà dicembre in merito alla regolarizzazione dei servizi pubblici da parte dei due municipi, dalla Valcamonica sono partite comunicazioni diverse. Una da Artogne, con la quale il sindaco Barbara Bonicelli informa che per quanto riguarda la Tari «il servizio viene regolarmente bollettato dal Comune», mentre per il resto «si è in attesa di ricevere dal curatore fallimentare gli impianti e le reti che oggi non fanno parte del patrimonio comunale», vale a dire strade, acquedotto, fognature e pubblica illuminazione. Un’altra da Piancamuno, che ha posizioni diverse. È poi arrivata a Brescia anche una lettera del presidente del Consorzio residenti. In cui si sottolinea come sia già stato avviato un procedimento di trasformazione dell’ente consortile con una modifica sostanziale dello stautto (aprrovata il 18 agosto 2018), e si aggiunge che è stato dato mandato a dei professionisti per avviare l’iter finalizzato al riconoscimento della personalità giuridica del Consorzio, oggi considerato associazione. Nella lettera si ribadisce poi che si «intende assecondare il processo di regolarizzazione dei servizi pubblici, pur riconoscendo che in tale processo il ruolo di protagonista spetterebbe ai Comuni. Il nostro scopo è assicurare ai consorziati un insieme di prestazioni che migliorino la qualità della vita nel comprensorio, senza alcuna interferenza con l’esercizio di pubblici poteri». «La regolarizzazione dei servizi non passa però attraverso un atto di avocazione dei servizi stessi – conclude il presidente – bensì attraverso l’esercizio e la gestione, da parte dei Comuni, dei servizi di loro competenza se e in quanto non precedentemente erogati». Scontro sempre aperto, insomma; in attesa di un parere del prefetto.

Domenico Benzoni

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