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Bresciaoggi – Turismo, il nodo alberghi sta per sciogliersi

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Uno sfondo di luci e ombre, di conflitti legali e di contrasti politici; di inviti a sedersi attorno a un tavolo che fanno da contraltare a sfide di vario genere. Eccolo il quadro uscito dall’assemblea del Consorzio dei residenti di Montecampione che si è tenuta sabato. Un’assemblea segnata però da una visita che ha riacceso le speranze per un effettivo rilancio a tutto campo della stazione. I RESIDENTI si sono infatti incontrati con Stefan Schonweger, rappresentante di quella società «Stella alpina» che ha recentemente acquisito dal fallimento della «Montecampione hotels» le due strutture ricettive chiuse da anni alle quote 1.200 e 1.800. Poche parole, le sue, per dire che la compagine societaria composta da un gruppo altoatesino e da una finanziaria inglese verificherà presto il lavoro da fare affinché Montecampione «raggiunga quei risultati che si merita». Una dichiarazione di intenti che non poteva che fare piacere e che va a braccetto con il rilancio previsto dalla Montecampione ski area di Stefano Iorio, che sembra essere stato l’artefice dell’arrivo di Stella alpina nella stazione turistica della bassa valle. C’è stato anche un primo contatto tra la società oggi proprietaria degli alberghi e amministrazione comunale di Artogne per parlare delle opere di recupero edilizio, che potrebbero partire da «Le Baite» di quota 1.800. Le note dolenti sono invece legate alle azioni giudiziarie con le quali il Consorzio deve fare i conti (nel bilancio 2019 sono previsti 32 mila euro di spese legali), e ai rapporti con il Comune di Artogne a proposito di raccolta rifiuti e acquisizione dei servizi pubblici. Nella sua relazione il presidente Paolo Birnbaum definisce «violenta molestia amministrativa» la decisione di Artogne di prendersi in carico la Tari, e aggiunge che «nessun giudice e nessuna sentenza ci obbligheranno a terminare il nostro compito e ruolo, solo la volontà da parte di Piancamuno e Artogne può determinare la cessazione della nostra attività; la volontà di gestire da parte loro direttamente tutti i servizi con la stessa qualità che oggi noi siamo in grado di fornire». Come si sa, per Piancamuno il Consorzio può continuare a operare come ora, mentre Artogne ha intrapreso la strada dell’acquisizione dei servizi pubblici ed è «in attesa di ricevere dal curatore fallimentare (di Alpiaz) gli impianti e le reti che a oggi non fanno parte del patrimonio comunale». Birnbaum aveva chiesto al presidente della Comunità Montana, ai sindaci di Artogne e Piancamuno e a Msa un incontro urgente prima dell’assemblea del 5 gennaio: non c’è stato ed è saltata pure la data ipotizzata del 10 gennaio.

Domenico Benzoni

Sorgente: Turismo, il nodo alberghi sta per sciogliersi | Valcamonica

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