Prima medaglia miracolosa per Sofia Goggia ai Mondiali di Are in Svezia: argento a due centesimi da Mikaela Shiffrin nel superG di apertura.
La campionessa olimpica di discesa era stata la nostra unica medaglia due anni fa a St. Moritz nel gigante (bronzo), questa volte si migliora in una stagione contraddistinta però dal grave infortunio alla gamba destra che avrebbe potuto costarle anche la partecipazione a questa rassegna iridata. Ed, invece, la Goggia non si è data per vinta e con la classe di cui è dotata ha raschiato dal fondo del barile tutte sue capacità per mettersi al collo questa importante medaglia, correndo per altro con un gancio aperto, quello più in alto dello scarpone sinistro, per buona parte della gara.
Su un tracciato con partenza abbassata causa forte vento a quella di riserva, la stessa utilizzata lo scorso anno alle finali di coppa, che ha tolto circa una decina di secondi, mutilandola di quel budello tra le rocce moto interessante tecnicamente, l’azzurra si inchina peer soli 2 centesimi solo a Sua Maestà Mikaela Shiffrin.
La 23enne statunitense, la favorita dall’alto dei sui tre successi stagionali in coppa in questa specialità su quattro gare corse, commette qualche piccola sbavatura nella parte alta e nonostante un errore di traiettoria su una porta nella parte centrale riesce alla fine a bruciare i sogni dorati della nostra Sofia. Per Mikaela si tratta della sua quinta medaglia iridata dopo i 3 ori in slalom e 1 argento in gigante a cui si aggiunge questa prima d’oro in superG. Ora salgono le sue quotazioni per tentare una storica triplette: superG, gigante e slalom. Un mattoncino per ora è stato messo.
Un superG dalla classifica molto ristretta: le prime dieci racchiuse in meno di un secondo. Sul podio con Shifrin e Goggia trova spazio anche l’elvetica Corinne Suter staccata di soli 5 centesimi. Quarta a due centesimi dal bronzo c’è la tedesca Viktoria Rebensburg a precedere la nostra bravissima Nadia Fanchini. La bresciana accarezza per qualche momento il sapore di una medaglia al collo. Alla fine la finanziera di Montecampione chiude 5/a a 14 soli centesimi dalla Shiffrin, non senza qualche rammarico, ma comunque soddisfatta di questa sua prima gara a questo mondiale. Ottima prova anche per una ritrovata Francesca Marsaglia. La romana di Sansicario resta nella scia della compagna Sofia conquistando comunque il suo miglior piazzamento ad un mondiale in carriera con questo 7/o tempo (+0.24).
Due sbilanciamenti nel tratto finale mettono fuori causa per una medaglia una Federica Brignone, rimasta nella scia delle prime tre per tre quarti di gara e che forse ha sofferto un po’ il lungo stop dovuto alla caduta di Lindsey Vonn, partita prima della valdostana, e alla scomparsa del sole coperto dalle nubi proprio ala discesa dell’azzurra. La carabiniera di La Salle sfoga la sua rabbia al traguardo dovendosi accontentare del 10/o posto finale.
Naufraga quest’oggi anche la pattuglia delle austriache, grandi favorite della vigilia. La migliore è Nicole Schmidhofer, campionessa uscente, che però non riesce a bissare il successo di due anni fa a St. Moritz concludendo solamente 10/a a +0.69. Fuori anche diverse delle protagoniste più attese come Tina Weirather, Stephanie Venier, Mikaela Wenig, Laurenne Ross e Lindsey Vonn.
La 34enne campionessa statunitense cade rovinosamente su un salto. Infila l’ingresso cieco della diagonale in alto del tracciato, aggancia il palo e la bandiera rossa che le la sgambetta facendola poi franare oltre il salto e finendo poi la sua corsa nelle protezioni a lato del tracciato. Per fortuna la campionessa statunitense si rialza quasi subito, nonostante la forte botta, ma gli spettri della caduta sempre ad un mondiale, quello di Schladming 2013, sempre nel superG, hanno fatto temere per qualche minuto il peggio. La Vonn ha poi disceso la pista fino al traguardo rassicurando tutti sulle sue condizioni.
Domani donne nuovamente in pista per la 2/a prova cronometrata (ore 10.30) valida per la discesa libera in calendario domenica 10 febbraio.
Vittorio Savio
Foto: Atomic-GEPA pictures/Andreas Pranter